La Pandemia ha rimesso al centro dell’attenzione un tema di grande interesse: l’ambiente e i cambiamenti climatici. In Europa si decidono le politiche che riguardano i territori, ed è qui che bisogna avere le idee chiare e dirigere la politica verso scelte responsabili e consapevoli.
Il direttore di Greenpeace Europa Jorgo Riss, in un appello, si rivolge direttamente alla presidente della Commissione Ue:
“Invece di distribuire denaro indiscriminatamente, anche alle industrie inquinanti“, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen “dovrebbe concentrarsi sul benessere sociale e ambientale, sulla trasformazione economica e sugli investimenti in settori con un’occupazione a prova di futuro“.
Come non condividere? Chi inquina e ha inquinato deve pagare, non ricevere aiuti, l’Europa non deve commettere errori di questo tipo, altrimenti non ci saranno mai i presupposti per cambiare realmente le cose. Chi inquina deve essere discriminato, penalizzato e deve smettere di inquinare.
A pochi giorni dalla presentazione della nuova proposta sul bilancio Ue 2021-27, progettato per la ripresa dalla crisi, l’organizzazione chiede di non concedere aiuti incondizionati per il salvataggio di industrie inquinanti, investire nella riqualificazione dei lavoratori e rafforzare i servizi pubblici, e rispettare i principi dello Stato di diritto, scoraggiando l’uso delle app di tracciamento per il Covid-19.
Con le riaperture, abbiamo assistito a scene che non avremmo voluto più vedere. L’inquinamento atmosferico è ripreso, le acque di fiumi e mari sono ridiventate scure piene di scorie scaricate da fabbriche e multinazionali senza scrupoli, i cui interessi primeggiano sul bene comune e sul futuro della natura. Il periodo di quarantena ha visto rinascere la natura e i paesaggi sono diventati più belli e vivibili, l’aria più respirabile, ma è stata un’esperienza durata poco. Con la ripartenza è ripresa anche la distruzione sistematica della natura, e non è più possibile tollerare inquinamento e spreco contro ogni logica. Un passo fondamentale deve essere fatto, ed ecco perché molte organizzazioni ambientaliste stanno scendendo in campo e fanno sentire la propria voce; è il momento di gridare più forte.
Un altro appello è stato lanciato da Univerde – Marevivo, direttamente al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Ambiente e al Ministro della Salute italiani, affinché adottino provvedimenti e linee guida che favoriscano l’uso di prodotti compatibili con una vera economia circolare. Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, insieme a Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo, ha lanciato sulla piattaforma di attivismo Change.org la petizione #RipartiamoPlasticFree #RipartiamoSenzaMonouso.
“Non sommergiamo l’Italia di mascherine e guanti monouso né di altri nuovi imballaggi di plastica che diventerebbero obbligatori per tantissime attività”
“Le doverose misure di protezione individuale devono tenere conto della necessità di proseguire nelle azioni di riduzione ed eliminazione delle plastiche e dei prodotti monouso ovunque sia possibile in condizione di sicurezza sanitaria – si legge nel testo della petizione lanciata dall’ex Ministro dell’Ambiente.
Ovviamente gli occhi sono puntati sulla ricerca scientifica, sulla lotta per sconfiggere il Covid-19, però non si può sconfiggere un problema, creandone altri mille.
Cosa vuole fare l’Europa?
fonte: Ansa
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