La saggezza difende dalla solitudine, è quanto emerge da uno studio Italia-Usa, meno soli i ‘saggi’ e al riparo da cruciale fattore di rischio
Serve saggezza contro la solitudine. È emerso da un lavoro condotto tra Sapienza Università di Roma e Università di San Diego in collaborazione con la Great Health Science (rete di ricerca internazionale con una sede in Italia) e coordinato per l’Italia da Salvatore di Somma, docente di Medicina Interna a La Sapienza. Pubblicato sulla rivista Aging and Mental Health, lo studio è stato svolto nell’ambito del progetto di ricerca Ciao (Cilento Initiative Aging Outcome) che si propone di studiare i segreti del vivere a lungo e in buona salute, spiega di Somma all’ANSA.
Come si è svolto lo studio
Gli esperti hanno coinvolto 4 gruppi di individui di San Diego e del Cilento, due di età compresa tra 50 e 65 anni, gli altri ultra-90enni e usato due scale di ‘misurazione’ per solitudine e saggezza, la UCLA Loneliness Scale e la San Diego Wisdom Scale, basate su questionari standardizzati per avere una stima il più possibile oggettiva dei due fattori.
“Abbiamo tradotto in italiano le scale – spiega Di Somma – in modo da avere lo stesso parametro di misura sia per il campione italiano sia per quello Usa. È notevole aver trovato risultati simili nei due campioni, che vivono e sono immersi in due culture marcatamente differenti, una regione rurale del Sud Italia e una urbana/suburbana in Usa, diverse dal punto di vista linguistico, storico, socioeconomico e di istruzione – continua. In sostanza abbiamo validato l’uso delle due scale per future applicazioni”, rileva l’esperto.
La saggezza si compone e si misura con tutta una serie di parametri come una bassa reattività alle situazioni, il saper accettare le avversità, un buon autocontrollo, essere molto riflessivi, empatici, tenere gli altri in considerazione, saper dare dei consigli. È emerso che più una persona risulta saggia sulla scala usata, minore è il suo livello di solitudine. In futuro si potrebbero mettere in campo interventi per ‘allenare’ la saggezza o almeno alcuni aspetti di essa (come empatia e comprensione degli altri) per combattere la solitudine, che è ormai considerata uno dei principali fattori di rischio per la salute di persone di mezza età e degli anziani.
fonte ANSA
Una fonte di saggezza è la lettura e lo studio. Diverse ricerche spesso si sono rivolte verso l’importanza di una vita sociale appagante, la quale è una vera e propria medicina per mente e spirito, con ricadute anche sulla salute fisica. Si sa, che la realtà, a volte è diversa. Molti anziani ma anche single, nella maggior parte dei casi sono soli. Essere soli e sentirsi soli sono due cose differenti; anche se una persona non ha molta vita sociale, ma ha interessi e curiosità, legge, si informa, difficilmente soffrirà la solitudine. Apriamo la mente e la curiosità, allenare la saggezza vuol dire anche sviluppare empatia con gli altri, cercare di comprendere il loro punto di vista. Bisogna interessarsi alle persone, a quello che hanno da dire e a quello che vogliono esprimere, e non alle loro storie, che possono essere come tante altre e talvolta, oggetto solo di qualche passeggero pettegolezzo.
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