Come si trasmette il covid per aerosol. Smog e città superaffollate peggiorano il quadro clinico dei pazienti affetti da Covid: la riscoperta dei piccoli centri urbani grazie a incentivi e banda larga
La tendenza è stata chiara fin da marzo, cioè da quando gli italiani sono stati costretti a stare a casa e a lavorare in smart working; il nuovo stile di vita imponeva una riflessione sul caos e lo smog delle grandi città. Molte aziende già erano attrezzate per far lavorare da casa i dipendenti, e nel frattempo tutte le altre sono corse ai ripari. Le persone che ne avevano possibilità si sono trasferite nella casa di campagna o al mare, e il cambiamento in atto è probabilmente il più radicale degli ultimi anni. In Europa come in tutti gli altri paesi, dopo l’iniziale paura della pandemia, l’urgenza era trovare nuove strade per l’economia, e così il governo finlandese ha lanciato la giornata delle sei ore, per salvaguardare la salute e l’economia permettendo ai lavoratori di lavorare meno, le isole Barbados invitano smart workers a trasferirsi e lavorare sulla spiaggia, per salvare turismo ed economia. Gli incentivi sono tanti, e vanno da un visto speciale e rinnovabile alle agevolazioni fiscali.
Dove e come si diffonde il Covid per via aerosol?
«I luoghi critici sono gli ambienti chiusi di dimensioni ridotte e con limitata ventilazione, soprattutto con un tempo di permanenza elevato» ha dichiarato Giorgio Buonanno, professore ordinario di Fisica tecnica ambientale all’Università degli Studi di Cassino e alla Queensland University of Technology di Brisbane (Australia). Si è visto infatti in numerosi studi in tutto il mondo che Sars-CoV-2 si diffonde soprattutto negli spazi chiusi, dove si riuniscono molte persone: cerimonie, chiese, mezzi pubblici, ristoranti, cori, carceri, feste e in particolar modo quando si parla ad alta voce.
I motivi della seconda ondata Covid
Determinare con esattezza i motivi che hanno scatenato la seconda ondata Covid non è un’impresa semplice; sono molti i fattori che hanno concorso, sicuramente una superficialità da parte del governo, che dopo il secondo lockdown ha allentato controlli e prevenzione. Non bisogna dimenticare che molti contagi nascono in famiglia, là dove si pensa di stare tranquilli.
Come va nel resto del mondo? In alcuni paesi il distanziamento è un’abitudine
Bisogna considerare che la vita nelle città europee è molto differente rispetto a quella degli americani o degli australiani, e anche rispetto a tutti quei paesi che hanno spazi e distanze completamente diversi dai nostri. Le città europee sono molto affollate, di solito, si vive in centri dove tutto è a portata di mano: centri commerciali, parchi, divertimenti di ogni genere, musei e così via. Il covid-19, come ben sappiamo, tende a diffondersi, proprio là dove ci sono assembramenti, dove i contatti sono frequenti e inevitabili. In altre zone del mondo, ad esempio in tanti stati d’America, ma anche altrove, le case sono costruite con una distanza l’una dall’altra, anche di svariati chilometri. In quei territori, le persone hanno uno stile di vita più lento, impiegano anche due ore di auto per andare a fare la spesa, abitudini per noi inconcepibili. La pandemia da covid e la necessità di distanziamento sta spingendo sempre più persone verso i borghi d’Italia, piccoli centri poco abitati, che presto potrebbero non esserlo più. Ripopolare vecchi borghi abbandonati, spesso incastonati nella bellezza della natura, potrebbe non essere un aspetto tanto negativo, per diverse ragioni. La riscoperta dei borghi italiani risolleverebbe l’economia di quei luoghi, darebbe una nuova spinta al turismo e fattore non poco trascurabile, renderebbe le città meno affollate e di conseguenza più vivibili. Da numerosi studi è emerso che lo smog è uno dei fattori, che potrebbe aggravare il quadro clinico di un paziente covid. Infatti, come ben sappiamo, il virus attacca i polmoni, e se questi ultimi già sono danneggiati dalle polveri sottili.
Ciò che possiamo fare per contenere il covid è evitare i luoghi affollati, trasferirci in zone meno abitate, se ne abbiamo la possibilità e cercare di non contribuire allo smog delle città. Gli spazi chiusi, come le scuole e gli uffici vanno spesso areate, permettendo il passaggio di aria, almeno ogni 20/30 minuti.
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