Oggi, i nuovi pazienti, cittadini, e consumatori hanno a loro disposizione una molteplicità di fonti informative, programmano, decidono, interagiscono, controllano attivamente la propria biografia di salute e scelgono in assoluta autonomia il loro medico, indipendentemente che sia pubblico o privato, sovvertendo la gerarchia della relazione medico-paziente e affermando la loro identità di persona e non più di solo di malato. In questo periodo di emergenza sanitaria tale indice dovrebbe rafforzarsi per molteplici motivi, uno dei quali garantire le cure direttamente a casa e non affollare gli ospedali.
Un’epoca nuova? Meglio, una realtà più interattiva e Smart che si evolve mettendo al centro il paziente, la sua voce, il suo empowerment.
Cos’è l’empowerment del paziente?
L’empowerment è la capacità di un paziente di essere consapevole, critico, attivo e riconoscere il suo ruolo centrale nei processi sanitari. Il paziente collabora con medici e organizzazioni sanitarie per prendersi cura di sé stesso e del suo benessere personale attivando, percorsi di salute e prevenzione. A tale condizione si è giunti, oltre che con cambiamenti di natura socio-culturale anche attraverso la sanità digitale capace di apportare un positivo miglioramento alla qualità dei servizi sanitari e al controllo della spesa.
Ne sono esempi la cartella clinica elettronica, il fascicolo sanitario elettronico, la ricetta de materializzata e così via.
Tutti questi strumenti influiscono decisamente sull’organizzazione e il potenziamento dei servizi, sulle attività di coordinamento tra medici e professionisti sanitari, facilitando l’interazione con i pazienti nonché il loro coinvolgimento nella co-produzione dei singoli piani di cura e assistenza.
Attraverso l’empowerment le organizzazioni sanitarie possono offrire servizi sanitari e percorsi di prevenzione mirati, coltivare con i pazienti un dialogo partecipato ed efficiente e sostenere una sanità nuova, una sanità “migliore” con meno criticità e più soluzioni.
L’emergenza sanitaria in atto ha messo in forte discussione tutto l’apparato medico sanitario, infatti, il Covid ha quasi travolto le strutture ospedaliere e rallentato un sistema di cure e prevenzione fondamentale e in molti casi, già compromesso.
Il MES è un’opportunità unica? Perché perdere tempo?
Negli ultimi mesi il dibattito sul tema della sanità è acceso e spacca la politica come la sanità stessa. Molti spingono per attingere a fondi necessari da impiegare nella sanità pubblica, mentre altri frenano. All’interno del Meccanismo Europeo di Stabilità, chiamato MES, è stata creata una linea di finanziamento speciale da destinare all’emergenza Covid-19. Con i soldi del Mes da destinare per l’emergenza Covid-19 sarebbe possibile finanziare i tamponi, i reagenti e i macchinari per processarli, e creare la condizione fondamentale di tracciamento per combattere i focolai e spegnerli tempestivamente. Inoltre il Mes potrebbe finanziare materiali di prevenzione, farmaci, assunzione a tempo indeterminato di personale sanitario, acquisto di ventilatori, vaccini e di tecnologia impiegata anche dopo la guarigione (TAC, risonanze ecc.). Le maglie sono abbastanza larghe, tanto da farci entrare, sempre dopo un’attenta analisi, anche ristrutturazioni di ospedali riconvertiti. Se il Mes è un’opportunità unica per risollevare e rilanciare la sanità pubblica in Italia, perché si tergiversa e si perde altro tempo prezioso? Probabilmente non si ha un piano di spese da farsi finanziare, inoltre, la sanità pubblica, per anni massacrata attingerebbe a un fondo speciale a danno di quella privata? Già queste due motivazioni sono ottime per rifiutare i fondi del MES.
Una modalità per raggiungere l’obiettivo?
Riconoscere la centralità della tecnologia nei processi sanitari ed implementare software e supporti informatici nelle organizzazioni sanitarie, come i software sanità Doctor Manager, attraverso cui semplificare l’erogazione dei servizi e rendere più immediata e produttiva l’interazione con i pazienti.
Una migliore ottimizzazione dell’empowerment diviene sempre più sinonimo di partecipazione proattiva alle cure e al miglioramento dell’intero sistema medico-sanitario.
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