Il momento di poter convivere con il Covid forse si avvicina, ma bisogna porsi delle domande e attende ancora qualche risposta.
Un interessante articolo apparso su TheGuardian ci aiuta a porci alcune cruciali domande, in un momento nel quale, forse qualche risposta potrebbe arrivare.
Possiamo ora convivere con il coronavirus? Le risposte non ci sono ancora o almeno non tutte
Quali sono le risposte che attendiamo?
- L’ondata dei giovani sarà seguita da un aumento degli anziani?
- Quale numero raggiungeranno i ricoveri e le terapie intensive?
- Il servizio sanitario nazionale è in grado di rispondere meglio alle emergenze?
- In che percentuale e a quale livello di protezione arrivano i vaccini?
Si tratta di domande difficili e per questo, gli esperti sono ancora cauti, anche se la popolazione vaccinata sta crescendo ogni giorno e si sta tornando alla normalità. Ma è arrivato ancora il momento in cui possiamo dire che con il virus si può convivere, come con una normale influenza?
Ci sono ancora tre fattori da considerare:
Il primo fattore è il Covid lungo, ossia, la malattia cronica, che a quanto pare è molto più diffusa di quanto si pensi. I danni che il virus può provocare per mesi sono ancora sotto esame, ma per fortuna, il vaccino rendono questa condizione meno probabile e migliorano gli eventuali sintomi.
Il secondo fattore da considerare è come gestire i giovani e il disagio sociale ed educativo, che il covid ha causato. Bambini e giovani, con le restrizioni, hanno subito danni che si trascineranno per anni.
La terza questione è la possibilità che la malattia possa evolversi in forme più gravi. Anche in questo caso i vaccini sono un valido strumento, che riduce le probabilità di trasmissione e di conseguenza il rischio che il virus muti.
Una delle poche certezze sono i vaccini, i quali stanno dimostrando la loro efficacia, rispondendo bene alle aspettative, sia di riduzione dei contagi, sia nella possibilità di sintomi più lievi e riduzione di long covid.
Altra questione fondamentale è quella di non lasciare soli i paesi in via di sviluppo, come purtroppo sta accadendo. I paesi più industrializzati hanno di recente messo sul tavolo nuove opzioni per aiutare chi è in difficoltà. Si spera che si arrivi a una soluzione a breve, per il bene di tutti. Se ciò non dovesse accadere, anche il vaccino sarebbe stato uno sforzo inutile.
Ma l’ottimismo è d’obbligo, e vogliamo pensare che si tratti solo di una questione di tempo, del tempo giusto, senza esagerare in un caso o nell’altro.
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