Lumache: il cibo del futuro

Le lumache potrebbero diventare un piatto fondamentale delle nostre tavole: salutari e afrodisiache, a impatto zero sull’ambiente e gustose

I cambiamenti climatici, le continue lotte degli ambientalisti e tutto il rumore suscitato da vertici e iniziative contro l’inquinamento ci dice che tutti siamo chiamati a contribuire nella salvezza del nostro pianeta.

Fino a circa quarant’anni fa, la lumaca era un’eccellenza dell’alta cucina, oggi, è diventato un alimento apprezzato da pochi. Eppure, in Italia sono numerosi i produttori di lumache, specialmente in Toscana. Le aziende sono circa 6000, e il numero di nuovi imprenditori in questo settore è in forte crescita, non solo per la domanda gastronomica quanto per l’utilizzo di un loro sottoprodotto, la bava, per la cosmesi e per farmaci, soprattutto sciroppi calmanti della tosse.

L’urgenza di trovare soluzioni ad alimenti che inquinano

Lo sfruttamento delle risorse passa anche attraverso la produzione di carni rosse, con gli allevamenti intensivi di ogni genere di animali. Abbiamo ben compreso, anche grazie alla Pandemia (lo sfruttamento delle risorse e dell’ambiente contribuisce al diffondersi di Virus), che quel tipo di alimentazione non è più sostenibile. Nonostante ciò, si continua a consumare grandi quantità di carne.

Si discute molto di insetti, per trovare nell’immediato valide fonti di proteine, a basso impatto e salutari. In questo contesto, ci si chiede allora, perché le lumache sono diventate alimento di nicchia, con un impiego marginale nei ristoranti e nelle nostre cucine?

In cucina, le lumache hanno un sapore delicato ed è possibile prepararle con tantissimi ingredienti, come burro, prezzemolo e sughi. Contengono elementi che contrastano il colesterolo, perché si tratta di carni magre. Inoltre, gli allevamenti di lumache non inquinano, non producono reflui nell’ambiente, hanno un effetto benefico su terreno ed ecosistemi naturali.

Le lumache sono la migliore risposta alla crescente domanda mondiale di proteine animali economiche, facili da produrre e con il minore impatto ambientale possibile.

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