Egitto: Studia il passato se vuoi prevedere il futuro

Solo le grandi civiltà conoscono la cultura dell’accoglienza

Visitare l’Egitto può essere un’esperienza meravigliosa, il turista troverà mezzi di trasporto a buon prezzo, un’ospitalità sorprendente, musei e monumenti che parlano di una grande civiltà antica. E non solo questo, ma anche bellissime spiagge e fondali da esplorare.

L’antico Egitto lo abbiamo visto e studiato attraverso i libri di storia, e oggi abbiamo la possibilità di visitare luoghi straordinari e rivivere un passato ricco di cultura e arte.

Il museo egizio del Cairo e la Valle dei Re a Luxor sono solo alcune delle mete da non perdere. Il mitico Nilo, simbolo di fertilità e ricchezza, venerato come un dio dagli abitanti della valle e le piramidi sono tappe obbligate per qualsiasi viaggiatore curioso.

Altri luoghi da visitare sono la Cittadella, sede dei governanti d’Egitto per circa settecento anni, e dove si trovano tre importanti moschee, molti palazzi, oggi adibiti a musei. Inoltre, si può visitare il mercato dei cammelli di Birquash a ridosso del Deserto Occidentale e il Museo egizio, e tantissimi altri monumenti.

I due volti dell’Egitto

L’immensa cultura e il grande patrimonio di civiltà di questo paese, purtroppo, spesso si scontra con una realtà diversa, quella attuale. Qual è l’altra faccia dell’Egitto oggi?

L’organizzazione Human rights watch, che raccolto in un dossier le esecuzioni extragiudiziali in Egitto, e accusa il governo di portare a pretesto uno scontro con fantomatici “terroristi” per giustificare quella che spesso non è altro che l’eliminazione di oppositori politici.

I partner dovrebbero fermare il trasferimento di armi e imporre sanzioni

Il rapporto di Human right ha stabilito che i militanti uccisi nelle sparatorie non rappresentavano un pericolo per le forze di sicurezza. Per questo motivo, i partner internazionali dell’Egitto dovrebbero fermare i trasferimenti di armi all’Egitto e imporre sanzioni contro le agenzie di sicurezza ei funzionari più responsabili degli abusi in corso.

Human Rights Watch ha scoperto che il ministero dell’Interno ha annunciato la morte di almeno 755 persone in 143 presunte sparatorie tra gennaio 2015 e dicembre 2020, con un solo sospetto arrestato. Le dichiarazioni del ministero hanno identificato solo 141 delle persone uccise e hanno usato un linguaggio copia-incolla, fornendo pochissimi dettagli.

Nessun sospetto è stato arrestato nei nove incidenti e non ci sono state vittime tra le forze di sicurezza. Human Rights Watch ha intervistato 13 parenti e conoscenti degli uomini, nonché diversi avvocati e attivisti per i diritti umani egiziani e un giornalista che ha documentato le uccisioni extragiudiziali.

Human Rights Watch ha esaminato e condotto un’analisi forense indipendente di fotografie e video non ufficiali che mostrano i corpi di cinque delle persone uccise e dozzine di fotografie rilasciate dal ministero dell’Interno in due delle presunte sparatorie. In tre casi, l’analisi è incoerente con la narrativa della sparatoria. Le fotografie mostrano che le mani dei tre corpi sembrano essere state trattenute o ammanettate dietro la schiena immediatamente prima della morte.

Human Rights Watch ha inviato due lettere alle autorità, nell’aprile e nel maggio 2021, con domande dettagliate sulle presunte sparatorie, ma non ha ricevuto risposta.

Dieci anni dopo il fallimento delle primavere arabe

Con la primavera araba si pensava che regimi totalitari avessero una fine, e che la vita di tanti cittadini sarebbe diventata più libera, ma le cose non sono andate per il verso giusto purtroppo. Ancora oggi, in molti paesi sono state riprese pratiche di repressione contro ogni forma di espressione di libertà.

La straordinaria bellezza di alcuni luoghi sembra essere una maledizione, e la tirannia e l’ignoranza sembrano dominare, frenando e sopprimendo la nascita di una vita nuova.

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