Greenpeace denuncia l’impatto sul clima dell’espansione delle infrastrutture del gas. Gli attivisti hanno condotto una protesta pacifica presso il terminale presente sull’isola di Veglia, in Croazia
Lunedì sera attiviste e attivisti di Greenpeace hanno tenuto una protesta pacifica presso il terminale offshore di gas naturale liquefatto (GNL) inaugurato di recente sull’isola di Veglia, in Croazia, per chiedere ai leader dell’Unione Europea di abbandonare l’impiego di gas fossile. A bordo di alcuni gommoni, il gruppo di attivisti ha dipinto la scritta “Climate killer!” su un lato del terminale, per denunciare l’impatto sul clima dell’espansione delle infrastrutture del gas.
Bisogna smettere di usare denaro pubblico per finanziare il gas fossile
L’industria dei combustibili fossili vuole farci credere che il gas è una soluzione sicura per l’ambiente, ma si tratta di una bugia. Il gas è un combustibile fossile e alimenta la crisi climatica proprio come il carbone e il petrolio, spiega Joanna Flisowska di Greenpeace Central Eastern Europe. Bisogna smettere di usare denaro pubblico per finanziare nuove infrastrutture del gas fossile. I nuovi investimenti devono concentrarsi sulle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e gli accumuli.
La nave di Greenpeace “Arctic Sunrise” è in navigazione nell’Adriatico per promuovere l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che chiede di vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende dei combustibili fossili nell’Unione Europea.
Nel recente rapporto “Tante parole e pochi fatti”, Greenpeace ha mostrato che il gas fossile, spesso descritto come “pulito”, “ecologico”, “naturale” o “verde”, è in realtà la seconda fonte di emissioni di CO2 dell’Unione Europea, superando anche il carbone. È sempre più chiaro che la disinformazione sul clima – alimentata dal greenwashing delle aziende tramite pubblicità e sponsorizzazioni – ritarda gli interventi per contrastare la crisi climatica.
Vietare la pubblicità delle aziende dei combustibili fossili è perciò un’azione necessaria per accelerare una rapida eliminazione di gas, petrolio e carbone.
Sono anni che gli attivisti di Greenpeace combattono contro l’industria del petrolio e conducono una lotta silenziosa a favore dell’ambiente. Le proteste sono pacifiche, e tendono a sensibilizzare le persone, anche se non viene data loro molta visibilità. Sono queste però le battaglie che servono davvero al paese per il futuro del mondo. Greenpeace denuncia e porta alla luce le ingiustizie e i crimini contro il nostro pianeta, mentre altri sono impegnati in lotte inutili.
Interessanti sono le azioni di smascheramento di Greenpeace nei confronti di multinazionali. Greenpeace, ad esempio, è convinta che i progetti di compensazione non aiutino a contrastare l’emergenza climatica perché non riducono la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera, e rappresentino una piattaforma per il greenwashing, una strategia di comunicazione che consente alle aziende (energetiche e non solo) di costruire un’immagine ingannevolmente sensibile ai temi ambientali.
Si possono abbracciare le cause Greenpeace firmando le petizioni e sostenendo i progetti attraverso libere donazioni sul sito web.
Rispondi