Cosa vuoi fare da grande?

Con la pandemia e la crisi, sempre più persone decidono di lasciare il lavoro e lanciarsi come liberi professionisti e freelance

Cosa si vorrebbe fare da grandi e cosa fare nella vita sono domande che ci si dovrebbe sempre porre, anche in età adulta. Trovare la propria strada e una dimensione, avere uno scopo ed essere qualcosa che prescinde da parole comunemente diffuse come successo o carriera è una realtà che si sta facendo strada sempre di più.

Per quale motivo negli ultimi anno vi è stato un boom di vendite di libri e corsi di self help?

Sempre più lavoratori smettono i panni di dipendenti per diventare imprenditori, hanno uno scopo, uno stile di vita diverso da altri, sono ormai tante entità differenti. La pandemia, la crisi economica e anche la vita ci ha insegnato che se ci troviamo intrappolati in qualcosa che non ci piace, abbiamo la possibilità di venirne fuori, cambiando.

Come capire qual è il proprio scopo personale?

Semplicemente, ponendosi le domande giuste, una delle quali è sicuramente – Quali sono le cose che ti fanno davvero stare bene? Per rispondere a questa domanda bisogna liberarsi dalle proprie abitudini, e soprattutto da tutto ciò che gli altri si aspettano da noi.

Non bisogna mai smettere di chiedersi – Cosa voglio fare da grande – perché è di importanza vitale cercare sempre la propria dimensione personale, migliorarsi, superare i propri limiti, accettare nuove sfide e mettersi in gioco a qualsiasi età.

La tendenza di abbandonare il lavoro, negli Stati Uniti è ormai più di una realtà, per diversi motivi, ma anche per la vicenda di Reddit. Un gruppo di investitori privati, riuniti sotto la bandiera del canale social WallStreetBets, era riuscito a sfidare – e a battere – gli hedge fund che puntavano sul ribasso delle azioni. Oggi, al posto di WallStreetBets c’è AntiWork: ha 1,3 milioni di iscritti e, secondo un rapporto di Goldman Sachs  intitolato Perché la partecipazione alla forza lavoro non sta recuperando?, è proprio lì che tantissime persone, animate da una coscienza consolidata durante la pandemia, si confrontano e si aiutano a vicenda per non lavorare, oppure commentano situazioni aziendali che le hanno portate allo sfinimento e quindi a lasciare il proprio posto. Il canale social Antiwork , nato per condividere le frustrazioni verso capi e aziende, è diventato il simbolo di un nuovo approccio nei confronti della vita lavorativa. L’unione fa la forza.

L’epoca di stipendi alti per i dirigenti e miseri per i dipendenti forse è finita?

A quanto sembra, pare che il canale Antiwork proponga di raccogliere idee su come abolire completamente il capitalismo e il lavoro, così come è concepito nella società di oggi. Non solo il fenomeno Social potrebbe essere alla base di questo cambiamento epocale. Secondo Goldman Sachs, dall’inizio della pandemia negli Stati Uniti sono uscite dal mercato del lavoro cinque milioni di persone, soprattutto over 55. Molte sono andate in prepensionamento o in pensione, e quindi non torneranno a lavorare. La partecipazione al mercato del lavoro è ferma da agosto 2020. 

Il sociologo David Frayne, intervistato dal New York Times, ha spiegato che generalmente gli eventi traumatici portano le persone a riconsiderare le loro vite e i loro obiettivi, e che in questo senso un evento come la pandemia da coronavirus ha avuto un impatto su una scala enorme.

Yolo Economy

Cos’è la Yolo Economy? Letteralmente vuol dire You only live once economy, che tradotto significa – Si vive una sola volta. La tendenza nasce dai più giovani ed è quella di raggiungere ad ogni costo il benessere, seguendo i propri sogni e le proprie passioni. Si vive una sola volta – diventa uno stile di vita e molti concetti quali “posto fisso”, “fatturato” “Stipendio fisso” sono superati.

Di Yolo Economy ne ha parlato il New York Times

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