Ema, la situazione epidemiologica resta preoccupante. La direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke: Pronti ad adattare vaccini se necessario
In Europa e la variante Omicron è diventata la variante predominate in un numero crescente di paesi. È quanto ha dichiarato la direttrice esecutiva dell’Ema, Emer Cooke nel corso di una conferenza stampa. Con cinque vaccini e sei trattamenti siamo molto più preparati dell’anno scorso – ha proseguito – e siamo pronti ad adattare i vaccini e i trattamenti se necessario. Cooke ha poi lanciato un appello ad aumentare le vaccinazioni e le dosi booster.
Secondo l’Ema non esiste ancora una risposta sul fatto che i produttori di vaccini dovranno o meno adattare i loro vaccini anti Covid per contrastare la variante Omicron.
Perché si sviluppano varianti e come controllare il virus
Quando i vaccini sono apparsi si parlò di estenderli a tutti, ma quella possibilità è rimasta solo un sogno. Infatti, nei paesi in via di sviluppo, meno del 2% della popolazione è vaccinata, mentre nei paesi ricchi si sta vaccinando con la terza dose.
Abbiamo assistito a una vera e propria corsa all’acquisto di vaccini, i paesi ricchi hanno, perfino acquistato più del reale fabbisogno. In più, è nata all’interno di ciascun paese sviluppato una lotta fra favorevoli e non favorevoli ai vaccini, con risvolti, per molti versi agghiaccianti. E’ nata una sottocultura, un accesso alla disinformazioni diffusissimo, e poi stiamo assistendo al dilagare di odio e violenza, di una tifoseria ingiustificabile e ingiustificata. Una delle ipotesi secondo la quale il virus sviluppa variante avviene quando entra in contatto con organismi fragili (In molti paesi africani l’AIDS è ancora molto diffuso). In questo modo sembra che il Covid muti, creando varianti. La scienza, spiega anche perché i vaccini non creano varianti.
Non tutti sanno, forse, che in alcuni luoghi dell’Africa e dell’Asia, alcune donne con figli al seguito, s’incamminano percorrendo chilometri e sfidando qualsiasi fenomeno atmosferico trovino sulla strada, aspettano per ore in fila, a volte anche per giorni interi, per fare i vaccini. Queste persone, abituate a vivere in condizioni difficili, sanno bene che il vaccino anti-Covid potrebbe salvarli, come è accaduto per la poliomielite, la difterite e la tubercolosi. Sanno bene che il vaccino è una possibilità per sopravvivere, in luoghi dove la sopravvivenza è una lotta continua. Bisognerebbe osservare queste persone da vicino, per studiarle e imparare la loro fiducia incrollabile nel potere della medicina.

Quando i vaccini sono stati approvati, la macchina per produrli si è messa in moto con gradualità, ma in questo momento si produce una quantità enorme di vaccini, quanto basta per la popolazione di tutto il mondo. Questa disuguaglianza non è più accettabile.
Come vaccinare tutto il mondo
La comunità internazionale dovrebbe condividere equamente i costi tra i paesi nello stesso modo in cui finanzia il mantenimento della pace delle Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale e negli anni ’60 i paesi imposti per eliminare il vaiolo.
Per garantire la salute pubblica non basta più affidarsi alla raccolta fondi e alla beneficenza, ma bisogna fare molto di più. Bisogna fare molta prevenzione, un controllo efficace e condiviso delle malattie infettive e stipulare un vero e proprio accordo multilaterale che vincoli tutti i paesi, per finanziare l’Oms e la salute delle popolazioni di tutto il mondo.
Solo con una visione più ampia, con uno sguardo rivolto oltre i nostri confini possiamo sconfiggere e controllare il Covid e altre malattie infettive. Non è più tempo di mettere al primo posto i profitti e gli egoismi, questa è una delle dure lezioni che il Covid ci ha insegnato. Il mondo è uno.
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