Se non puoi cambiare il mondo, cambia i tuoi sentimenti. Un interessante articolo apparso sul mensile The Atlantic parla di emozioni, di libertà e di quello che non possiamo cambiare
Uno ha denaro in abbondanza, ma si deve vergognare della umiltà dei natali; quest’altro è famoso per la sua stirpe, però, incarcerato dall’angustia dei suoi mezzi, preferirebbe essere meno famoso, ma più ricco. Quell’altro ancora è circondato dall’uno e dall’altro di questi beni, ma trascorre una vita senza moglie + quanto diceva il filosofo Boezio.
Pensa alla tua vita e a qualcosa che ti provoca disagio, preoccupazione o tristezza. Per esempio, trovi difficile provare interesse o soddisfazione per il tuo lavoro. O magari le tue amicizie non ti danno molto e ti senti solo o sola. Come fare per migliorare la situazione? Potresti rispondere: “Dovrei darmi una mossa, cercare un altro lavoro e incontrare gente nuova”. In altri termini, dovresti cambiare il mondo esterno e renderlo un posto migliore per te.
Non è facile vero? Darsi una mossa, cambiare lavoro e farsi nuovi amici può essere irrealizzabile in questa fase della tua vita. E poi avresti sempre il dubbio di portarti dietro i tuoi problemi perché, insomma, non puoi mica allontanarti da te.
Margine di libertà
Tra le condizioni che ti circondano e il tuo modo di reagirvi c’è uno spazio. In questo spazio hai un margine di libertà. Puoi scegliere di provare a rimodellare il mondo o puoi cominciare cambiando il tuo modo di reagire a esso.
A volte uscire da situazioni in cui ci si trova è difficile ma assolutamente necessario. È il caso di situazioni di abuso o violenza. Altre volte è abbastanza facile: se ogni mattina muori di sonno, comincia andando a dormire prima la sera.
In questo genere di situazioni cambiare il modo in cui ti senti può in realtà essere molto più facile che cambiare la realtà concreta, anche se questo può sembrarti innaturale.
Le tue emozioni possono sembrarti nel migliore dei casi fuori controllo, e questa sensazione peggiora in momenti di crisi, ossia esattamente quando cambiare quelle emozioni potrebbe farti davvero bene. La colpa potrebbe essere in parte della biologia. Emozioni negative come rabbia e paura attivano l’amigdala, che fa aumentare il livello di attenzione alle minacce e migliora la tua capacità di identificare ed evitare i pericoli. In altri termini, lo stress ti induce a lottare, scappare o paralizzarti, non a pensare. Quale sarebbe una reazione prudente in questi momenti? Consideriamo le varie opzioni a disposizione. Si tratta di una cosa piuttosto sensata dal punto di vista evolutivo: mezzo milione di anni fa prenderti del tempo per gestire le tue emozioni ti avrebbe trasformato nel pranzetto di una tigre.
Quali sono le strategie dannose
Oggi, stress e ansia sono condizioni croniche, non episodiche. È probabile che non sia più necessario che l’amigdala ti aiuti a sconfiggere la tigre senza chiedere il permesso al tuo cervello cosciente. Anzi, la usi per gestire i problemi non letali che ti infastidiscono per tutto il giorno. Anche se non hai tigri da sconfiggere, non riesci a rilassarti nella tua caverna perché le email continuano ad accumularsi.
Lo stress induce a strategie di adattamento disadattive nella vita moderna. Ma cosa sono?
Abusare di droghe e alcol, per esempio, rimuginare sulle origini dello stress, farsi del male o colpevolizzarsi. Queste risposte non solo non danno sollievo nel lungo periodo, ma possono aggravare i nostri problemi con la dipendenza, la depressione o un’ansia crescente. Quando questo genere di strategie di adattamento non è d’aiuto, una persona può rinunciare a gestire le sue emozioni negative e provare a cambiare il mondo esterno. Oppure le emozioni possono facilitare l’adattamento all’ambiente favorendo la preparazione di rapide risposte comportamentali, la presa di decisione, i processi cognitivi e attentivi, la registrazione in memoria di eventi significativi e fornendo informazioni aggiornate riguardo la corrispondenza tra l’organismo e l’ambiente circostante.
Il buddismo predica che le nostre menti sono solitamente ma non intrinsecamente sbilanciate; tutto sta a costruire nuove abitudini di pensiero. Analogamente, gli stoici ritenevano che la ragione umana, praticata con assiduità, può avere la meglio sulle emozioni impulsive. Queste idee hanno ispirato le moderne scuole di psicoterapia come la terapia comportamentale razionale-emotiva e la terapia comportamentale cognitiva, che puntano a creare strategie pratiche per cambiare le nostre reazioni alle situazioni negative nella nostra vita, e quindi a essere più felici.
Quattro step per raggiungere uno stato d’animo più leggero
Primo Step.
Presta attenzione ai tuoi sentimenti
Se osservi le tue emozioni come se appartenessero a un’altra persona, riesci a darti dei consigli migliori. Dopotutto non consiglieresti mai a un amico che aspetta con ansia l’esito di un esame medico di stare tutto il giorno a rimuginarci su e poi ubriacarsi. Per osservarsi è necessario fare caso a ciò che si prova in quel determinato momento e avvicinarsi alle proprie emozioni con una curiosità distaccata.
Bisogna valutare come alterare piccoli aspetti della tua routine per migliorare il tuo umore. Seguendo questa procedura durante le chiusure conseguenti alla pandemia di coronavirus molti hanno iniziato, per esempio, a fissare riunioni virtuali mentre erano fuori a fare una passeggiata. Questo ha fatto una grande differenza.
Secondo Step.
Accetta i tuoi sentimenti
L’idea che tu debba cambiare le circostanze in cui ti trovi se sei triste si basa sul presupposto che i tuoi sentimenti negativi debbano essere sradicati. In molti casi le emozioni negative possono essere debilitanti e richiedere perciò una cura, come nel caso della depressione o dell’ansia clinica. Nella maggior parte dei casi però i sentimenti negativi sono parte integrante di una piena esperienza umana; cancellarle significherebbe rendere la vita più grigia. Le ricerche dimostrano inoltre che le emozioni e le esperienze negative possono aiutarti a trovare un significato e uno scopo nella vita.
Bisognerebbe chiedersi cosa non si possa cambiare e che emozioni questo provochi. Il secondo passo da fare è chiedersi cosa questi sentimenti ci insegnano e in che modo tutto ciò possa farci crescere.
Terzo Step.
Abbassa le aspettative
Una volta, da giovane, durante una telefonata ho detto a mio padre che stavo pensando di lasciare il lavoro. Perché?, mi ha chiesto. Perché non mi rende felice, gli ho risposto. Lui ha fatto una lunga pausa e alla fine mi ha detto: Cosa ti rende così speciale? Il mio problema – ma è un problema piuttosto comune – era che avevo fissato delle aspettative del tutto irragionevoli su quanto il mondo avrebbe dovuto rendermi felice.
Chiediti con tranquillità se stai chiedendo al mondo qualcosa che il mondo non può o non vuole darti. Se è così, forse stai cercando nel posto sbagliato la tua felicità. Per esempio, io credo moltissimo nella necessità di creare dei posti di lavoro più felici, ma consiglio di continuo alle persone di non basare la propria felicità su un particolare lavoro. Non bisogna mai pensare che la propria felicità derivi da un lavoro o da un oggetto, oppure da una situazione, da una sola storia d’amore, è necessario possedere un equilibrio fra amicizia, amore, famiglia, lavoro, stile di vita, tutto in modalità multitasking.
Quarto Step.
Aiutare gli altri.
Boezio, che ci ha ricordato come tutti soffrano, la sapeva lunga sui problemi. In effetti ha scritto dalla cella di un carcere in attesa di essere messo a morte nel 524 dopo Cristo, accusato di tradimento dal re ostrogoto Teodorico. Un reato di cui probabilmente non era colpevole ma per il quale alla fine è stato effettivamente ucciso.
Boezio non poteva modificare le sue condizioni spaventose. Poteva però cambiare il suo atteggiamento nei loro confronti, ed è proprio ciò che ha fatto. È così vero, dunque, che niente è triste, se non lo consideri tale, e viceversa, ogni sorte è felice per coloro che la sopportano di buon animo.
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