Fisica quantistica e meditazione aiutano a guarire

Sempre più studi dimostrano che la fisica quantistica applicata alla medicina può migliorare il processo di guarigione. Il legame fra corpo e mente ha spiegazioni scientifiche

Che cos’è la fisica quantistica?

La fisica quantistica è la teoria fisica che descrive il comportamento della materia, della radiazione e di tutte le loro interazioni viste sia come fenomeni ondulatori sia come fenomeni particellari.

Intenzione di guarigione

Possiamo, con la nostra intenzione e volontà, contribuire ad aiutare il percorso di cura? Una domanda che pochi pazienti possono dire di non essersi fatti almeno una volta e che da secoli interroga i saperi in modo trasversale. A sostegno del profondo legame che intercorre tra corpo e mente, così come tra l’individuo e il tutto, non ci sono solo le discipline spirituali di matrice orientale, ma anche alcuni principi della fisica quantistica, ovvero la disciplina scientifica che studia la realtà sub-atomica.

Da oltre un decennio – spiega Gioacchino Pagliaro, psicologo e psicoterapeuta, per molti anni direttore della UOC di Psicologia Ospedaliera del Dipartimento Oncologico dell’AUSL di Bologna – quella che viene definita la ‘scienza nella coscienza’ teorizzata da Amit Goswami, professore di fisica dell’Università dell’Oregon, negli Stati Uniti, ha iniziato a riempire pagine di libri, e a essere sostenuta da un numero crescente di studi scientifici. Si tratta di lavori sia osservazionali che trial clinici randomizzati, pubblicati su riviste, che hanno mostrato come il pensiero influenzi la realtà e come la meditazione, indirizzando l’energia, supporti i percorsi di guarigione e i processi biologici di autoriparazione, favorendo il ripristino dell’equilibrio dell’organismo.     Il buddismo mahayana e le parole del Dalai Lama, infatti, hanno trovato inaspettato supporto nelle teorie della fisica quantistica che studia cosa avviene all’interno di un atomo.

Ebbene, diversamente da quanto postulato da Cartesio, le teorie sviluppate nel Novecento mostrano che alla base della materia, non vi sono particelle infinitesimali, come ci si aspetterebbe, ma energia e informazione, rappresentabili sottoforma di frequenze e formule matematiche.
 Se una pietra miliare è stata messa, nel 1974, dal ‘Tao della Fisica’ del fisico Fritjof Capra, tanti volumi si sono susseguiti nel tentativo di trovare strategie terapeutiche aggiuntive ai farmaci per ripristinare lo stato di salute del corpo colpito da malattie come tumori, infarti, disturbi neurologici

Guarigione: Scienza o miracolo?

Una qeustione di energia: Una grande numero di santuari in tutto il mondo tra cui Lourdes in Francia, Medjugorie in Bosnia, Fatima e Santiago di Compostela in Spagna, la Madonna di Loreto, l’Abbazia di Assisi, Monte Sant’ Angelo in Puglia, Amarnath nel Kashmir e Shikoku in Giappone, è affollato da una folla di pellegrini che intraprendono lunghi e talvolta faticosi viaggi, per visitare e pregare in quei luoghi dove si manifesta un’energia del tutto particolare.

Tanti comitati medici analizzano i fatti per valutarne la veridicità. Tantissimi sono i casi, oggi, di guarigioni spontanee, scientificamente inspiegabili, in cui l’intervento sovrannaturale diviene l’unica risposta possibile. Questa particolare provenienza rende difficoltosa l’accettazione da parte di coloro che rifiutano la trascendenza, ma rimane indubbia da parte di chi, con fiducia, ciecamente crede che nel silenzio dello spirito e della preghiera l’impossibile possa diventare possibile. 

Non è un caso se etimologicamente il termine “religioso” deriva dal latino Re-Ligare che significa riconnettersi, essere in legame o riunirsi di nuovo. L’animo umano possiede una naturale ed innata spinta verso l’integrità che si manifesta nell’impulso spirituale nel rivolgersi verso la trascendenza. L’esperienza cosciente della vita diventa così un’esperienza religiosa, nel senso della realizzazione del divino nell’umano, un viaggio di trasformazione nell’interezza in cui portiamo l’invisibile nel visibile, spiritualizzando la materia e materializzando lo spirituale.

La vita, spesso ci presenta dure prove e la lotta contro pensieri negativi che ci demoliscono, contro le umane paure è la vera sfida, che non può trovarci impreparati o deboli. Al di là di ogni scienza, la fede in qualunque religione, aiuta a sentirsi parte di un universo più grande e figli, mai orfani, per cui capaci di affrontare e sopportare, vincendo qualsiasi prova. La forza della mente non deve mai essere sottovalutata; le sue risorse sono infinite, ed è possibile esercitare e rafforzare questa risorsa, impostando una mentalità positiva e capace di analizzare la realtà, trovando le soluzioni possibili e perseguibili.

La meditazione inibisce i geni dell’infiammazione

La meditazione sembra avere un effetto sull’azione dei geni, sulla loro espressione. Un team internazionale di ricercatori che opera nel Dipartimento di medicina predittiva e per la prevenzione dell’Istituto nazionale dei tumori (Int) di via Venezian a Milano, ha analizzato un gruppo di meditatori esperti, sottoponendoli a un prelievo prima e dopo una sessione di meditazione di 8 ore.

Cosa è emerso dalla ricerca? L’inibizione dei geni dell’infiammazione

Dalla ricerca è emerso che si inibiscono i geni dell’infiammazione e che vengono modificati anche i geni che regolano l’acetilazione degli istoni, enzimi che consentono o bloccano la lettura del Dna.

E, come l’ambiente e gli stili di vita, influenzano l’epigenoma che avvolge il genoma. Come una capsula-filtro. Come in un computer il software rispetto all’hardware. Protezione sì, ma anche interazione. L’epigenoma è come un interruttore che accende e spegne geni in base alle sollecitazioni del micro e del macro-ambiente. I nutrienti, per esempio, rappresentano potenti stimoli positivi o negativi all’interazione del genoma con il genoma. Capaci di far accendere o spegnere, come lampadine, i geni. Anche i cancerogeni o gli anti-cancerogeni.

La meditazione può aiutare nella guarigione insieme ad altri fattori

Se il Dna del genoma è il Karma, cibo e pensiero tramite l’epigenoma possono sfidare il Karma. Esistono ricerche anche sugli effetti epigenetici dello yoga, per il quale però è difficile distinguere fra l’azione fisica e quella della psiche – ci dice Franco Berrino, epidemiologo dell’Int. Il professore precisa che – Tutto questo non significa che guariamo le malattie con la meditazione, ma soltanto che una pratica simile può servire. Molte nostre malattie dipendono da un’eccessiva infiammazione, come il cancro. Il messaggio ai pazienti è: abbiate fiducia nei progressi della medicina e sappiate che si possono aiutare le terapie con l’alimentazione, l’attività fisica e la meditazione.

Troppo cibo, nemico della salute

Sappiamo da anni che mangiando meno si vive di più. So che non è possibile – prosegue Berrino – sganciarsi dalle logiche che ci impone la vita moderna, occorre solo riflettere su quello che mettiamo dentro di noi. Non dobbiamo per esempio mangiare solo cibo sterile, ma sforzarci di recuperare la semplicità del nostro cibo. La gente ha paura di perdere di tempo, però così possiamo riacquistare serenità, un fattore che di per sé modifica l’espressione dei nostri geni. Un ritorno alla natura come qualità dei nutrienti, un ritorno alla saggezza antica nel non eccedere nelle quantità. Alzarsi da tavola con ancora appetito», vecchio proverbio della nonna che fa il paio con «La fame aguzza l’ingegno. Per la scienza, semplicemente, allunga la vita.

Cosa mangiare?

Qualche integratore, dove serve, magari va anche bene per sopperire a carenze importanti, ma in natura c’è sempre tutto quello che ci serve. La genisteina della soia, il resveratrolo dell’uva rossa, la curcumina, l’epigallocatechina del tè verde, l’acido ellagico di mirtilli, fragole, noci e melograni. Studi in vitro ne hanno analizzato nel dettaglio i meccanismi benefici. Ma non è possibile catturare in una pillola la meravigliosa complicità di decine di migliaia di sostanze, presenti per esempio nella dieta mediterranea, che nel loro insieme hanno una potente influenza epigenetica. Quindi? Si torni a mangiare la grande varietà di vegetali, naturali e non raffinati dall’industria, che la natura ci offre. Comprese le erbe selvatiche che contengono una quantità di sostanze che si perdono negli orti.

Fonti: ANSA, scienzaeconoscenza, corriere

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