Come i CEO affrontano la prossima crisi?

Tutti gli indicatori preannunciano una crisi globale. I CEO dichiarano di essere pronti a una fase di rallentamento attesa prossimamente. Si evince da un comunicato stampa pubblicato da EY CEO Outlook Plus.

Cosa emerge dallo studio?

  • Il 98% delle aziende italiane ha già avviato programmi di trasformazione per adattarsi allo scenario attuale, consapevoli che la disruption innescata dal covid e accentuata dalle tensioni geopolitiche determina una vera e propria rivoluzione dei modelli di business.
  • Strategie di riorganizzazione più diffuse: il 44% ripensa la supply chain e il 42% rivede le strategie di investimento già pianificate.
  • Principali rischi per la crescita e lo sviluppo del business: per il 40% l’incremento delle tensioni geopolitiche, per il 38% le implicazioni regolamentarie e normative legate alla sostenibilità e per il 36% le politiche monetarie e il costo del denaro.
  • M&A si conferma una leva importante per aziende, imprenditori e CEO: cresce l’utilizzo di nuovi modelli di investimento come Joint Venture e alleanze strategiche con altri operatori (56%) e si conferma la logica di friendshoring (per il 96%).

L’indagine EY CEO che ha registrato le opinioni di oltre 1.200 capi d’azienda in tutto il mondo (dei quali oltre 50 in Italia) sulle prospettive, sfide e opportunità delle aziende italiane e internazionali nel difficile contesto in cui operano.

La vita difficile dei Manager

Il contesto critico attuale è causato sicuramente dal perdurare degli effetti della pandemia, ancora visibili in alcuni mercati e aree geografiche, ma soprattutto dalle tensioni e incertezze generate dal conflitto in Ucraina. Questo, inoltre, si è sovrapposto ad uno scenario geopolitico già complesso che sta determinando una contrazione della domanda, aggravata dagli effetti economici dell’inflazione, dalla ridotta reperibilità di merci e materie prime e dall’incremento del costo del denaro. Uno scenario che i CEO rilevano con grande preoccupazione: oltre la metà dei rispondenti italiani ritiene che questa crisi potrà essere più pervasiva di quanto sperimentato in passato, in quanto è destinata ad incidere maggiormente sui modelli operativi e di business. Bisogna aggiungere, anche che gli eventi si susseguono fra loro, innescandone altri e non prevedibili. L’incertezza regna, e ciò non è affatto una buona prospettiva per chi fa impresa.

Strategie da rivedere

Tra i principali driver che inducono a rivedere le strategie di investimento troviamo, per il 29% dei CEO italiani, le politiche commerciali e di investimento, che hanno soppiantato le problematiche relative alla pandemia – preoccupazione oggi solo dell’8% in Italia, contro il 32% dello scorso ottobre, e del 19% a livello globale – e al conflitto in Ucraina – segnalato dal 22% in Italia, contro il 39% di ottobre, e dal 10% a livello globale.

In un momento storico di grandi cambiamenti come quello che stiamo vivendo, dunque, i CEO si trovano a dover ripianificare le proprie priorità di investimento a breve e lungo termine, anche nelle attività di business. I CEO italiani, ma anche a livello global, mostrano molta consapevolezza e attenzione rispetto ai temi di efficientamento delle operation, anche nel breve periodo, con particolare attenzione alla gestione del capitale circolante (94%)revisione della struttura di attivo e passivo (92%) e riduzione dei costi (90%).

Sempre in termini di efficientamento, i CEO intervistati hanno dichiarato di essere intenzionati a considerare azioni di adeguamento dei programmi di gestione del personale, azione che recentemente abbiamo visto intraprendere in particolare da aziende di spicco nel settore tecnologico. Soltanto l’8% dei CEO italiani è fiducioso del proprio percorso di crescita e continua ad investire nei propri dipendenti. Questo approccio più focalizzato su obiettivi di breve termine, anche in termini di riduzione costi, però rischia di minare le prospettive di crescita a medio lungo termine. Soprattutto se teniamo conto che la strategia di investimento sul talento applicata da molte aziende negli ultimi anni si è dimostrata assolutamente vincente.

Ciò illustra la linea sottile che i CEO dovranno percorrere durante questo periodo critico, in equilibrio tra la gestione dei costi e la capacità di mantenere gli investimenti nei propri talenti.  

In questo contesto, la leva M&A mantiene un’assoluta rilevanza per consentire alle aziende di coniugare obiettivi di breve termine e riposizionamento strategico nel medio e lungo periodo.

I focus, dunque, rimangono su sostenibilità e criteri ESG (per il 50% dei CEO intervistati tra le azioni chiave da intraprendere nei prossimi mesi), l’agenda di investimento dei CEO italiani vede una rinnovata attenzione verso Innovazione, Ricerca e Sviluppo anche attraverso lo strumento del Venture Capital (44%), la diversificazione del proprio portafoglio di prodotti e servizi attraverso acquisizioni di business in settori adiacenti al core business (38%) e l’adozione di nuovi modelli di lavoro per attrarre nuovi talenti (32%).

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