La spesa inquina, come e quanto?

Ogni piccolo gesto, perfino la spesa ha ripercussioni sull’ambiente. Oggi, per fortuna c’è più consapevolezza, ma a volte alcune iniziative danno una marcia in più

Come sapere quali prodotti inquinano meno e quali di più? La tecnologia ci dà una mano.

Per inquinare meno sarebbe sempre meglio preferire non solo prodotti di stagione, ma anche se possibile locali, ancora meglio se biologici. Diventa fondamentale dunque informarsi sulla provenienza dei singoli prodotti, nonché tenere a mente la stagionalità di frutta, verdura e pesce, e ancora, conoscere quali sono i modi più sostenibili per produrre uova. Essere consumatori consapevoli aiuta noi stessi e gli altri.

Sappiamo bene che carne e latticini hanno un’impronta ambientale decisamente maggiore rispetto alla media dei prodotti di origine vegetale, a partire dai legumi e dai cereali. Ma da qui a capire quanto inquiniamo quando facciamo la spesa ne passa.

Uno studio condotto da dei ricercatori di Oxford è andato ad analizzare i prodotti lavorati e spesso ultralavorati presenti sugli scaffali dei supermercati: in tutto sono stati sottoposti ad analisi più di 57.000 prodotti, cercando di andare oltre i tentativi di greenwashing per avere dati chiari e oggettivi.

Guardando le tabelle messe a punto dai ricercatori si scopre che i prodotti più inquinanti sono insaccati, prosciutti e carne secca, con in generale i prodotti di origine animale che occupano la parte più alta della classifica. A metà si trovano invece i prodotti da forno e i dolci, mentre la parte bassa della classifica è occupata da frutta, verdura, cereali e legumi. Ed è interessante notare che gli alimenti sostituitivi della carne, come burger di ceci o polpette di soia, presentano tra un quinto e un decimo dell’impatto ambientale rispetto agli “originali”.

Il supermercato pop up Felix: il negozio del clima

Nel 2020 in Svezia, e più precisamente a Stoccolma, il più importante marchio alimentare del paese – ovvero il brand Felix – ha deciso di aprire un supermercato pop up volto a far capire ai clienti il reale impatto ambientale dei vari prodotti. L’idea di fondo era molto potente: anziché esporre il normale prezzo dei prodotti in SEK, ovvero in corone svedesi, il negozio esponeva i prezzi in CO2e, ovvero in anidride carbonica equivalente. Per l’occasione Felix aveva infatti stampato questa peculiare valuta, dotando ogni cliente di un budget “settimanale” di 18,9 chilogrammi di CO2e. Tale è infatti il massimo che dovremmo rispettare per fermare il surriscaldamento del pianeta.

Esistono, inoltre, alcune App che aiutano a rispettare l’ambiente.

L’app TooGoodToGo  permette di mettersi in contatto con negozi, ristoranti, bar di recuperare a prezzi stracciatissimi pietanze e alimenti, che in alternativa andrebbero gettati nei rifiuti organici.

L’applicazione mobile collega direttamente i clienti a ristoranti e negozi che hanno eccedenze alimentari invendute, ma che sono ancora buone ed edibili.

Junker è l’applicazione mobile che dice come differenziare ogni singolo prodotto e non solo, in base alla categoria di appartenenza: cittadino, azienda, amministrazione. Basta cercare il proprio comune di appartenenza sull’app e iniziare subito a differenziare in maniera semplice e veloce.

Movecoin è la prima app in Italia che permette di guadagnare per ogni chilometro percorso con qualsiasi mezzo di trasporto non inquinante. Più cammini, più corri, più pedali, più l’applicazione ti ricompensa.

La cryptomoneta Move potrà poi essere trasferita su un wallet dedicato, scambiata con Bitcoin od Ethereum, oppure usata per effettuare acquisti in punti vendita convenzionati attraverso il sito http://www.MarketMove.store.

Icea Check è tra le migliori app in circolazione che permette di valutare il grado di “naturalalità” di un prodotto, alimentare o cosmetico, solo inserendo negli appositi spazi il nome degli additivi contenuti nel prodotto.

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