Una nuova variante Covid in un allevamento di visoni

I rischi degli allevamenti intensivi si conoscono bene, tanto è vero che in Italia da gennaio 2022 è vietato allevare animali per la loro pelliccia. Ciononostante ci sono ancora 5.700 visoni detenuti in stabilimenti chiusi

Tra settembre del 2022 e gennaio del 2023, sono state rilevate infezioni da SarsCoV2 in tre allevamenti di visoni in Polonia situati a pochi chilometri l’uno dall’altro. Già nel 2020 in piena pandemia si parlava di Covid da visoni, ma la notizia era passata inosservata. La prima segnalazione della trasmissione di un coronavirus mutato dal visone all’uomo era arrivata ad aprile 2020, in una regione dei Paesi Bassi, dove fino a poco tempo fa si allevavano visoni da pelliccia, come si legge su corrieredisannicola

Virus e mutazioni sollevano un grande interrogativo sull’opportunità di continuare sulla strada degli allevamenti intensivi, visto che l’esperienza insegna gli effetti pericolosi delle malattie che si diffondono dagli animali all’uomo. Il morbillo, ad esempio, si è diffuso per la prima volta dal bestiame all’uomo migliaia di anni fa. Parliamo anche di Ebola, Sars e dei Coronavirus. L’Università di Edimburgo circa vent’anni fa ha scoperto che il 61% dei diversi agenti patogeni di tutte le malattie infettive è in grado di trasmettersi fra animali e uomini. Oggi sono tanti gli allevamenti intensivi pericolosi, dove gli animali sono costretti in ambienti, che facilitano la diffusione di virus. In virtù dell’esperienza fatta negli anni del Covid, bisognerebbe interrogarsi di più sugli allevamenti intensivi e fare delle scelte nette.

Divieto di allevare animali da pelliccia

In Italia è vietato allevare, far riprodurre in cattività, catturare e uccidere visonivolpicani procionecincillà e animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia. Dal primo di luglio 2022 gli allevamenti ancora presenti sono stati definitivamente chiusi. Esistono ragioni di ordine economico, ambientale, di salute pubblica e non da ultimo di benessere animale che hanno portato a questo divieto.

Il testo di legge ha però anche previsto un indennizzo agli allevatori di tre milioni di euro nel 2022 e altri tre milioni nel 2023.

Più di 5mila visoni sono detenuti negli stabilimenti chiusi

Ad oggi, resta però il problema che questi indennizzi sono bloccati e circa 5.700 visoni riproduttori sono ancora detenuti, in deroga e ormai oltre la scadenza del 30 giugno stabilita per legge, negli stabilimenti chiusi: per legge,l’ex ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli (di concerto con i ministri della Salute Roberto Speranza e della Transizione ecologica Roberto Cingolani) avrebbe dovuto disciplinare, mediante decreto, non solo i criteri e le modalità di accesso agli indennizzi per gli allevatori, ma anche l’eventuale cessione degli animali ancora rinchiusi negli stabilimenti e il loro trasferimento, a determinate condizioni, in strutture gestite direttamente da associazioni.

Nelle ultime settimane, le notizie che arrivano sul fronte Covid non sono incoraggianti (+28% i contagi).

In crescita anche i decessi che sono stati 191, con una variazione di +48,1% rispetto alla settimana precedente (129).  Secondo l’Iss, il tasso di occupazione in terapia intensiva sale leggermente all’1% (rilevazione giornaliera del ministero della Salute al 20 aprile) contro lo 0,8% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 aprile). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale leggermente al 4,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 20 aprile) vs il 4,2% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 aprile) Infine, dieci Regioni/PPAA sono a rischio alto, tutte a causa di molteplici allerte di resilienza. Undici sono a rischio moderato e nessuna classificata a rischio basso. Tutte le Regioni/PPAA riportano almeno una allerta di resilienza. Dieci Regioni/PPAA riportano molteplici allerte di resilienza.  (Fonte: ANSA)

Gli allevamenti intensivi non sono solo fonte di inquinamento ambientale, ma presentano numerosi rischi per la salute delle persone, ecco perché bisognerebbe limitare o eliminare il consumo di carne.

La Danimarca due anni fa ha abbattuto circa 17 milioni di visoni, oggi, ha annunciato di voler avviare un nuovo programma di allevamento da pellicce e di voler importare 10 mila visoni da Islanda, Norvegia, Spagna, Polonia e Finlandia non appena il divieto temporaneo di allevamento sarà revocato, ovvero dal prossimo gennaio.

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