Ipervigilanza e disturbo da stress, effetti e cause

Come riconoscere uno stato di ipervigilanza? La condizione  in cui un individuo si trova in uno stato di maggiore vigilanza, nei confronti di azioni di altre persone o derivanti dall’ambiente

L’ipervigilanza può essere una patologia oppure il sintomo di una condizione di salute mentale più seria. Negli ultimi tempi, in particolare dopo la Pandemia, il numero di persone che si rivolgono a specialisti psicologi è cresciuto. La spiegazione a questo trend ha diversi aspetti.

Una delle definizioni è la seguente: Si tratta di un fenomeno di per sé fisiologico attraverso il quale mente e corpo si preparano ad affrontare una situazione rischiosa con il combattimento o la fuga.

Come si manifesta l’ipervigilanza? Battito cardiaco accelerato, sudorazione, sensazione di pericolo imminente. Questo stato potrebbe nascondere PTSD – Disturbo da stress post-traumatico, ansia e perfino schizofrenia.

Ipervigilanza: Sintomi fisici

I sintomi fisici dell’ipervigilanza possono essere confusi- a quelli dell’ansia. Sudorazione, frequenza cardiaca accelerata, respiro veloce e superficiale. Nel tempo, questo costante stato di allerta può causare affaticamento e spossatezza.

Altri sintomi dell’ipervigilanza

I sintomi comportamentali, spesso sono legalti a riflessi nervosi e reazioni istintive all’ambiente circostante. In condizione di ipervigilanza, alcune persone potrebbero reagire in modo eccessivo al solo udire un forte rumore, oppure reputando maleducata una persona per una semplice affermazione.

Sintomi mentali

I sintomi mentali riguardano la paranoia. Quest’ultima è una malattia mentale caratterizzata da deliri cronici e si basa su un sistema di “convinzioni”, principalmente a tema persecutorio, incoerenti con la realtà. Può anche essere difficile per coloro che soffrono di ipervigilanza frequente, come quelli con PTSD, dormire bene.

I sintomi emotivi dell’ipervigilanza possono includere: aumento dell’ansia che raggiunge livelli preoccupanti, accompagnata da  crisi da panico e paura, a volte anche violente. Alcuni soggetti potrebbero temere il giudizio degli altri, o, al contrario, giudicare gli altri in modo estremamente severo. Altri sintomi emotivi che si possono presentare con frequenza sono: chiusura in se stessi,sbalzi d’umore  o emozioni esagerate.

Cause dell’ipervigilanza

Cause

  • Ansia
  • Stress post-traumatico
  • Schizofrenia
  • Trigger comuni

L’ansia è una delle cause principali. La schizofrenia può anche causare ipervigilanza, arrivando a peggiorare sensibilmente alcuni dei sintomi associati alla patologia psichiatrica.

Trigger comuni
Esistono alcuni fattori scatenanti comuni che possono causare o contribuire a episodi di ipervigilanza. Questi includono:

  • sentirsi intrappolati
  • claustrofobia
  • senso di abbandono
  • presenza di rumori forti che disturbano la sfera emotiva come: urla, discussioni e scoppi improvvisi
  • dolori
  • paura
  • sentirsi giudicati o sgraditi
  • provare disagio emotivo
  • ricordare i traumi del passato
  • subire i comportamenti casuali e caotici degli altri

Ipervigilanza, come si cura? Trattamento terapeutico

  • Terapia cognitivo comportamentale
  • Terapia dell’esposizione
  • Desensibilizzazione e rielaborazione

Il trattamento terapeutico dipende dall’individuazione delle cause scatenanti.

La Terapia cognitivo comportamentale (CBT) è spesso efficace nell’aiutare a risolvere l’ansia. La Terapia dell’esposizione, può essere utile in caso di disturbo da stress post-traumatico. La terapia dell’esposizione consente di affrontare in sicurezza le paure del trauma lentamente in modo da poter imparare a gestire l’ansia.

Un altro trattamento prevede la desensibilizzazione e rielaborazione tramite movimenti oculari (EMDR) che combina la terapia dell’esposizione con i movimenti oculari guidati. Questo alla fine può cambiare il modo in cui si reagisce ai ricordi traumatici. I casi gravi di ansia e disturbo da stress post-traumatico possono richiedere un trattamento più intensivo, compresi i farmaci da prescrizione. I farmaci possono includere:

  • antidepressivi
  • beta bloccanti
  • farmaci anti-ansia che non creano dipendenza, come il buspirone
  • antipsicotici

Curarsi con la meditazione

Sentirsi meno sotto pressione e liberare la mente, è possibile se si interviene sui meccanismi che generano questi stati. Noi possiamo, sicuramente controllare il nostro stato d’animo attraverso diversi strumenti. Il primo è il nostro corpo, che può influenzare la mente e viceversa.

L’attività fisica e le passeggiate nella natura conciliano la mente con il corpo, e spesso sono delle parentesi di benessere, che aiutano l’ansia. Stancando il corpo, si libera la mente.

Esistono molte tecniche di rilassamento utili per ridurre l’ansia e l’ipervigilanza. Il training autogeno è un metodo, oppure il rilassamento muscolare progressivo, la meditazione. Bisogna avere la capacità e la costanza di ritagliarsi nell’arco della giornata momenti di pausa, uno spazio dove dedicarsi alla pace e coltivare quel tempo attraverso lo sport o la meditazione.

Fonte: Mypersonaltrainer

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