Nuovi spazi e nuovo futuro per la telemedicina

La telemedicina è l’insieme delle prestazioni  sanitarie con cui, grazie all’utilizzo di tecnologie innovative, il professionista della salute può curare il paziente a distanza.

La sanità pubblica, ormai da alcuni anni sta conoscendo una crisi epocale. A nulla è servito il periodo pandemico, infatti, da allora, gli investimenti in sanità sono diminuiti, e molti medici e infermieri emigrano all’estero. I tempi di attesa per visite di controllo, ad esempio, si sono allungate, tanto che spesso, le persone si rivolgono a presidi a pagamento.

Inoltre, i pronto soccorso sono al collasso; sempre meno medici e infermieri sono disposti a subire spesso, lamentele da parte dei pazienti. In alcuni casi, il personale sanitario è preso di mira e vittima di veri e propri atti di violenza.

Il Ministero della Salute detta addirittura delle linee guida al riguardo. In una pubblicazione ministeriale, infatti, si legge :

L’evoluzione in atto della dinamica demografica, e la conseguente modificazione dei bisogni di
salute della popolazione, con una quota crescente di anziani e patologie croniche, rendono
necessario un ridisegno strutturale ed organizzativo della rete dei servizi, soprattutto nell’ottica di rafforzare l’ambito territoriale di assistenza.

Migliore efficacia, efficienza, appropriatezza
La sfida dei sistemi sanitari dei prossimi anni, legata all’invecchiamento della popolazione ed alla prevalenza delle malattie croniche sull’acuzie, deve essere affrontata anche attraverso un miglior uso del sistema, supportato dall’information and communication technology.

Telemedicina per operatori sanitari


Durante la televisita un operatore sanitario che si trova presso il domicilio del paziente può assistere il medico e il paziente, effettuando tutte le azioni necessarie. Ovviamente, deve essere garantita la possibilità di scambiare in tempo reale dati clinici, audio-video, referti medici, immagini, che riguardano il paziente. L’anamnesi può essere raccolta per mezzo della videochiamata.

Individuati nuovi spazi per la telemedicina

Si tratta di 500 stazioni ferroviarie italiane inutilizzate per il trasporto su rotaia. L’amministratore delegato del gruppo FS, Luigi Ferraris, ha affermato che le stazioni dismesse potrebbero diventare presidi di telemedicina. La telemedicina ha preso maggiormente avvio proprio verso la fine del 2020, a causa dei problemi sorti con la pandemia. Grazie all’estesa rete ferroviaria si potrebbe portare la fibra ottica anche in centri poco abitati.

Chi può fare telemedicina e quanto costa una visita ?

Può avvenire tra medico e paziente oppure tra medici e altri operatori sanitari. Esistono diverse operazioni che è possibile svolgere a distanza. Sono disponibili, infatti, moduli per il monitoraggio dei pazienti da remoto con possibilità di selezionare i valori e i parametri da tenere sotto controllo. Il teleconsulto è la pratica più utilizzata dai medici attualmente.

A che punto sta la telemedicina in Italia?

In seguito alla flessione del periodo immediatamente successivo all’emergenza pandemica, i servizi di Telemedicina sono in ripresa: il 39% dei medici specialisti e il 41% dei medici di medicina generale afferma di aver utilizzato servizi di televisita, mentre il 30% e il 39% ha fatto ricorso al telemonitoraggio. Nonostante i grandi passi in avanti, la telemedicina presenta ancora dei limiti. Nella maggior parte dei casi, infatti, può essere utilizzata come controlli periodici, in altri casi, come ad esempio in cardiologia, per monitorare a distanza il cuore. Anche dal punto di vista legale (privacy ecc.), il legislatore sta cercando di migliorare una pratica che attualmente integra la medicina, ma non sostituisce visite in presenza, alcuni esami specifici ecc.

Come si legge sul Quotidiano SanitàC’è ancora da fare molto in Italia per la telemedicina:

In quest’ottica, è possibile individuare alcune principali direttrici che dovranno essere sviluppate per l’implementazione dei servizi di Telemedicina nel nostro Paese:

Investimenti sulle infrastrutture tecnologiche da utilizzare, possibilmente a livello centralizzato per evitare che ogni Regione sviluppi un sistema autonomo non interoperabile o scarsamente interoperabile con i sistemi sanitari delle altre regioni; tutti i sistemi dovranno invece essere idonei a implementare il Fascicolo sanitario elettronico;

Investimenti sui servizi tecnologici di Telemedicina (televisita, telerefertazione, teleconsulto, diagnostica per immagini o strumentale, etc.) pertinenti, vale a dire effettuati avendo cura della verifica preventiva dei criteri di efficacia-facilità di utilizzo, facilità di fruizione-sicurezza-interoperabilità-privacy by design e privacy by default (quest’ultimo è un approccio concettuale innovativo che impone alle aziende l’obbligo di avviare un progetto prevedendo, fin da subito, gli strumenti e le corrette impostazioni a tutela dei dati personali);

Definizione di una chiara ed efficace gestione amministrativa dei servizi di Telemedicina offerti dal Servizio sanitario regionale (con riconoscimento su base nazionale), così come di quelli offerti in convenzione. In questo modo si potrà parificare il servizio di Telemedicina con il medesimo servizio offerto in presenza anche ai fini della copertura del Ssn e dei servizi offerti in convenzione, e certificare il riconoscimento della prestazione medica erogata in servizio di Telemedicina;

Supporto alle aziende sanitarie capaci di fornire servizi di Telemedicina efficienti sia a livello organizzativo sia a livello di strumenti tecnologici dei dispositivi medici;

Coinvolgimento delle strutture sanitarie private al fine di creare una rete integrata e scalabile di servizi;

Tutela del personale dipendente impiegato nei servizi di Telemedicina con riconoscimento della prestazione lavorativa in termini di remunerazione e impegno orario, dello svolgimento di orario straordinario, della tutela della salute e del rischio specifico. Prevedere, anche su base contrattuale a livello nazionale o su base territoriale o aziendale, accordi che riconoscano il «diritto alla disconnessione». Perseguire il corretto bilanciamento degli interessi tra necessità di tracciabilità della prestazione e divieto di controllo occulto tramite i servizi di Telemedicina della prestazione lavorativa del dipendente. A tal fine risulta determinante l’impegno proattivo delle rappresentanze sindacali, e dunque dell’Ispettorato nazionale del lavoro su base nazionale o territoriale;

Rispetto delle normative in materia di dispositivi medici, da ultimo rafforzate con l’entrata in vigore del Regolamento dell’Unione Europea 2017/745 del 21 maggio 2021, che prevede importanti novità in materia di dispositivi medici ampliando la platea degli strumenti principali e accessori che debbano essere qualificati come dispositivi medici, imponendo stringenti responsabilità non solo ai produttori, ma anche ai mandatari, ai distributori e fornitori. Sul piano operativo risulta determinante predisporre:

Interfacce semplici e intuitive e servizi inclusivi pensati per abbattere le barriere culturali e tecnologiche che impediscono ancora a tante fasce della popolazione l’accesso ai servizi minimi informatici;

Sistemi di Telemedicina progettati fin dall’inizio per la corretta gestione della privacy (la cosiddetta «privacy by design») responsabilizzando e, nei fatti, riducendo i rischi per l’operatore sanitario, chiamato a prestare servizi in Telemedicina. Ciò comporterà tutta una serie di obblighi anche sul piano dell’informazione e, laddove necessario, dell’acquisizione del consenso consapevole del paziente-fruitore-utente;

Iniziative di formazione e informazione al cittadino in merito: ai servizi offerti dalle strutture del SSR e dalle strutture private/professionisti privati convenzionati o non convenzionati; alle modalità di fruizione; alla tipologia dei trattamenti; alle modalità di trattamento dei dati sanitari. Il tutto per favorire e aumentare la consapevolezza che la prestazione erogata tramite la Telemedicina rappresenta, anzitutto, un trattamento sanitario.

Asl: Infermiere a domicilio e cure domiciliari

Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) garantisce alle persone non autosufficienti o in condizioni di fragilità, l’assistenza sanitaria a domicilio, attraverso l’erogazione delle prestazioni mediche, riabilitative, infermieristiche e di aiuto infermieristico necessarie e appropriate in base alle specifiche condizioni di salute della persona (Art. 22 del dPCM 12 gennaio 2017).

La richiesta di attivazione delle cure domiciliari può essere presentata da chiunque (paziente, familiare, caregiver, medico, ecc.) agli uffici competenti della Asl, in genere situati presso il Distretto.

Quando la persona non autosufficiente ha bisogno occasionalmente delle prestazioni professionali del medico, dell’infermiere o del terapista della riabilitazione, anche ripetute nel tempo, in risposta a un bisogno sanitario di bassa complessità, (ad esempio: prelievi di sangue, radiografia, elettrocardiogramma, ecc.), si parla di cure domiciliari di livello base.

Infine, esiste una carta per la sicurezza delle cure in ospedale, e i diritti del malato sono sanciti a livello nazionale e internazionale.

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