Il premio Gulbenkian per l’umanità, che l’attivista svedese ha vinto ammonta a Un milione di euro. Scelta tra 136 candidati di 46 paesi diversi, Greta ha già chiaro cosa farà con quei soldi. In prima linea i progetti per combattere i cambiamenti climatici, la crisi ecologica.
La fondazione di Greta Thinberg destinerà € 100.000 alla campagna SOS Amazzonia guidata da Fridays For Future Brasile per affrontare il Covid-19 in Amazzonia, e € 100.000 alla Stop Ecocide Foundation per rendere l’ecocidio un crimine internazionale.
“Il modo in cui Greta Thunberg è stata in grado di mobilitare le generazioni più giovani per la causa dei cambiamenti climatici e la sua tenace lotta per modificare lo status quo che persiste, la rende una delle figure più notevoli dei nostri giorni ” – è quanto ha detto Jorge Sampaio, presidente della Gran giuria del premio.
“Sono estremamente onorata di ricevere il Premio Gulbenkian per l’umanità. Siamo in un’emergenza climatica e la mia fondazione donerà il più rapidamente possibile tutti i premi in denaro di 1 milione di euro per sostenere organizzazioni e progetti che lottano per un mondo sostenibile, difendendo la natura e sostenendo le persone che stanno già affrontando i peggiori impatti del clima e crisi ecologica – in particolare quelli che vivono nel sud del mondo” sono state le parole di Greta.
I paesi più poveri del mondo sono quelli che subiscono maggiormente gli effetti della crisi climatica e dell’emergenza sanitaria Covid-19. Sono oltre 2 miliardi le persone che vivono in condizioni di assoluta povertà nel mondo. Le precarie condizioni igieniche, la cattiva alimentazione, il caldo e la malaria potrebbero fare migliaia di vittime nei prossimi anni.
L’ONU ha dichiarato che i cambiamenti climatici fanno più morti del coronavirus. L’uccisione sistematica del territorio, la perdita di verde e l’inquinamento causano milioni di morti ogni anno, basti pensare ai morti per cancro. Siamo però nel tempo del Covid-19, dove tutto, anche gli spot televisivi si muove intorno all’emergenza sanitaria, che ha colpito il mondo, dimenticando quasi del tutto le altre emergenze e le altre malattie per le quali la gente continua a morire.
Secondo ricerche di Legambiente dal 2010 al 31 dicembre 2019, sono ben 594 i fenomeni meteorologici che hanno provocato danni al territorio italiano (364 i Comuni dove si sono registrati eventi con impatti rilevanti, il 4,5% del totale). Nello specifico si sono verificati 224 casi di allagamenti da piogge intense, 209 casi di danni ed interruzioni delle infrastrutture causati da piogge intense con 76 giorni di stop a metropolitane e treni urbani, 14 casi di danni al patrimonio storico, 26 casi di danni provocati da prolungati periodi di siccità, 134 eventi con danni causati da trombe d’aria, 22 casi di frane causate da piogge intense, 72 giorni di blackout elettrici e 84 gli eventi causati da esondazioni fluviali.
Le buone pratiche secondo Legambiente
Nella ricerca di fine anno l’Osservatorio Cittaclima di Legambiente segnala, infine, le esperienze in Italia e nel Mondo che dimostrano come si possa intervenire per mettere in sicurezza i territori e le persone. Dalle misure anti-alluvione per il Museo Bardini a Firenze ai Regolamenti Edilizi Sostenibili di centinaia di Comuni italiani che hanno puntato all’obbligo della raccolta e del riutilizzo delle acque piovane, al ricorso ai tetti verdi e alla permeabilità dei suoli, all’utilizzo di materiali da costruzione locali e riciclabili. Tra le esperienze all’estero spicca Bangkok ed il Centenary Park: 11 acri nel centro della città con, al di sotto, vasti contenitori d’acqua sotterranei che, insieme ad un grande stagno, possono contenere un milione di litri d’acqua e che saranno fondamentali per l’assorbimento dell’acqua nei casi di alluvioni estreme e per contrastare la subsidenza di cui è vittima la capitale Tailandese. Ci sono poi le strade dipinte di bianco contro le isole di calore a Los Angeles o la rivoluzione dei corridoi verdi a Medellin, in Colombia, le enormi vasche sotterranee di contenimento delle acque a Tokyo ed i nuovi quartieri sostenibili, Vikki e Kera, ad Helsinki.