La resilienza è entrata a far parte del linguaggio comune, ma cosa vuol dire veramente? Il significato è il seguente: capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Deriva dal latino re-silio: risalire, tornare indietro.
Ovviamente il termine ha trovato campo d’azione in psicologia e anche nella vita sociale, come ogni parola che piace e che viene riadattata e uniformata al contesto a cui si vuole associare. Dicevamo, la resilienza l’abbiamo utilizzata nella scienza, anche se il suo valore è quando esprime quella capacità degli esseri umani di risalire, di riparare i danni, di ritornare indietro e ricominciare. Ed è quello che dovremmo fare nel nuovo anno 2021.
Non tutti conoscono il vero significato di resilienza e spesso viene associato a resistenza. Mi viene in mente ciò che disse Papa Francesco qualche tempo fa: corriamo, siamo troppo concentrati su lavoro, sui guadagni e poi perdiamo, ci perdiamo, prima di tutto perdiamo dio. In effetti, basti pensare allo sfruttamento delle risorse, a come abbiamo distrutto l’ambiente e la terra che ci ospita, e tutto questo per una folle corsa verso qualcosa, che abbiamo anche dimenticato di volere. Oggi è il momento di risalire, di tornare indietro e di esprimere la resilienza nella scienza medica, nell’architettura, nell’economia.
Resilienza in quali settori?
- nella scienza dei materiali esprime la proprietà che hanno alcuni elementi di conservare la propria struttura e di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a deformazione;
- in biologia è la capacità di un sistema di ritornare a uno stato di equilibrio in seguito ad un evento destabilizzante;
- in ecologia è resiliente un ecosistema quando è in grado di resistere a perturbazioni, senza subire danni permanenti e ritornare rapidamente alle condizioni iniziali;
- in ingegneria, è la capacità di un materiale di resistere a forze dinamiche, cioè a urti, assorbendo energia con deformazioni elastiche e plastiche.
La resilienza è un ritorno indietro, ma solo per ricominciare, per ripartire e ricostruire. Negli ultimi tempi e considerando le enormi catastrofi, che i cambiamenti climatici hanno generato in questi anni, si è pensato a edifici e strutture che possano far fronte ai cambiamenti ambientali e resistere. Molti sono stati gli interventi messi a punto e vanno dall’efficientamento energetico alla smart home, all’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili, è nata l’architettura ecologica, che utilizza materiali biosostenibili. In commercio esistono diversi esempi: un cemento che dimezza la produzione di anidrite carbonica, un cemento mangiasmog, il cemento fotocatalitico. Insomma la bioedilizia sta facendo passi da gigante, incarna in pieno la resilienza, perché sa tornare indietro e ricostruire con più consapevolezza, evitando gli errori del passato.
La resilienza può essere applicata anche all’arredamento d’interni, all’utilizzo di materiali ecosostenibili, poco inquinanti e meno dannosi per la salute. In questi giorni impazzano gli auguri per il nuovo anno, e visto tutto ciò che è successo nel 2020 c’è la necessità di festeggiare l’arrivo del nuovo più che mai, scacciando via con un bel calcio l’anno vecchio.
Un augurio che potremmo fare a noi stessi e agli altri è quello di non cercare il cambiamento altrove o negli altri, ma sperimentare di più la parola resilienza, partendo innanzitutto da noi stessi. Risalire, ricostruire e tornare indietro per ripartire, con la giusta consapevolezza però, evitando gli errori. C’è bisogno di tornare indietro e risalire proprio perché in passato abbiamo sbagliato molto, abbiamo sbagliato tutti.
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