Prepararsi a nuove pandemie, l’invito dell’OMS a tenere gli occhi aperti

Euronews ha intervistato il dottor David Nabarro, esperto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si professa ottimista, ma allo stesso tempo chiede “vigilanza” ed unità globale per affrontare insieme ciò che potrebbe accadere in futuro: eventuali nuove pandemie

Il mondo deve essere preparato per nuove pandemie

La pandemia Covid ci ha permesso di conoscere meglio il mondo della scienza e della ricerca scientifica. Le scoperte di quel periodo devono essere di tutti, e servire, soprattutto per il futuro. L’OMS ha esortato il mondo a prepararsi ben mesi prima dell’inizio della pandemia di Covid-19 e, ora, in previsione di eventuali future nuove pandemie.
Il ripristino dei servizi sanitari essenziali è fondamentale, poiché le interruzioni potrebbero avere effetti negativi sulla salute delle popolazioni e degli individui ancora maggiori rispetto alla pandemia stessa.

Il 12 febbraio 2018, il Direttore Generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, parlando al vertice di Dubai, dichiarò: “Un’epidemia devastante può iniziare in qualsiasi Paese, in qualsiasi momento e mietere milioni di vite, perché non siamo preparati, perché rimaniamo vulnerabili”.

Dieci mesi dopo, la triste previsione iniziò ad avverarsi.

Il Covid non è scomparso

Fine della pandemia?

Tre anni dopo – e dopo aver ucciso 20 milioni di persone (dati ufficiali, contestati da altre organizzazioni), la pandemia di Covid-19 sta vivendo una svolta, ma non è scomparsa.
L**’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)** ha appena revocato (il 5 maggio scorso) l’emergenza internazionale, ma invita a tenere gli “occhi ben aperti.

Ciò è stato possibile perché l’OMS ritiene incoraggiante il costante calo della mortalità.

Il numero di decessi segnalati per Coronavirus è ora diminuito del 95% rispetto all’inizio di quest’anno – ha dichiarato il Direttore Generale dell’OMS, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus (58 anni).

I sistemi sanitari hanno acquisito sufficiente esperienza durante la pandemia di Covid per essere più efficaci nelle future pandemie?

In uno degli ultimi studi, gli esperti dell’OMS hanno analizzato la situazione in 139 Paesi. Gli esperti hanno concluso che i servizi sanitari stanno ora subendo interruzioni significativamente inferiori rispetto al 2020 – ed era piuttosto scontato – e si stanno gradualmente riprendendo dai tre anni di pandemia.

Dei 139 paesi, meno del 25% ha segnalato interruzioni nella fornitura di servizi medici. Mentre a luglio-settembre 2020, il 59% dei Paesi ha segnalato problemi di questo tipo. Tra cui: servizi di salute riproduttiva, vaccinazioni, assistenza agli anziani, malattie trasmissibili e non trasmissibili, assistenza materna, neonatale e adolescenziale, screening e servizi diagnostici

Quanto dobbiamo preoccuparci ancora del Covid per non ripetere gli errori del passato? Quali fattori dovremmo prendere in considerazione nella nostra quotidianità?

Secondo il rapporto dell’organizzazione, la maggior parte dei Paesi ha compiuto progressi nell’integrazione della lotta contro il Covid nel proprio nel sistema sanitario standard.
La vaccinazione rimane uno strumento efficace: l’80-90% dei Paesi ha integrato completamente la vaccinazione Covid, i servizi diagnostici e di gestione e i servizi di assistenza ai sopravvissuti al virus nella pratica di routine.

Quali piani sono in atto per affrontare future pandemie?

I patogeni respiratori sono stati e continueranno ad essere una grave minaccia globale, con la potenzialità di causare una pandemia. Le sue conseguenze sono ben note: alti tassi di mortalità, sistemi sanitari sovraccarichi, destabilizzazione dell’economia mondiale e crescenti disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari.
I Paesi del mondo stanno ancora ponendo abbastanza attenzione sui pericoli legati al virus? Quali piani sono in atto per affrontare future pandemie?

Per aiutare a prepararsi meglio alle future pandemie, l’OMS ha lanciato una nuova iniziativa, che fornisce indicazioni su come pianificare in modo completo la risposta a qualsiasi patogeno respiratorio.

Chiamata PRET, questa iniziativa è progettata per garantire prontezza e resilienza contro le nuove minacce. Riunisce gli strumenti e gli approcci più recenti per l’apprendimento collaborativo e l’azione collettiva sviluppati durante la pandemia di Covid-19 e altre emergenze di salute pubblica.

L’OMS invita i Paesi a:

  • Aggiornare i piani di preparazione alla pandemia.
  • Migliorare la comunicazione tra i reparti competenti. Ciò include lo svolgimento di esercitazioni congiunte, la condivisione di migliori pratiche, sfide e opportunità.
  • Sulla base dell’esperienza maturata durante la pandemia di Coronavirus, stanziare fondi per attività di preparazione alle nuove emergenze di sanità pubblica.

La scienza non si ferma

2.000 scienziati e 600 ospedali di 52 Paesi partecipano al cosiddetto studio “Solidarnosc”. Si tratta di una collaborazione internazionale senza precedenti per trovare cure salvavita per il Covid.

Gli scienziati stanno valutando tre farmaci che potrebbero integrare “l’arsenale” di quelli già utilizzati secondo il protocollo nazionale di ogni Paese. Lo studio ha coinvolto 14.200 pazienti ospedalieri.

Sulla base dei risultati preliminari, Remdesivir, idrossiclorochina, Lopinavir e interferone hanno scarso effetto nei pazienti ospedalizzati con Covid.

PRET è un’evoluzione dell’approccio dell’OMS alla preparazione alla pandemia, basato su un approccio mirato piuttosto che su malattie specifiche. L’OMS continuerà a sviluppare e diffondere linee guida specifiche per la malattia, se necessario.

Euronews ha parlato con il dottor David Nabarro, “inviato speciale” dell’OMS per il Covid.

– L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato di aver già declassato il rating di emergenza sanitaria pubblica. È così?

David Nabarro, OMS:
“Esatto. Lascia che vi dia tutti i dettagli. Ogni volta che c’è un focolaio importante, il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità segue i consigli degli esperti sulla gravità dell’epidemia. E il livello più elevato di qualsiasi focolaio di malattia, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità è un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale come il Covid-19. L’infezione è stata etichettata come focolaio di sanità pubblica di interesse internazionale alla fine di gennaio 2020. A quel tempo, sono stati segnalati circa 100 casi al di fuori della Cina e nessun decesso. E ora il comitato di emergenza, dopo averci pensato molto attentamente per la prima volta, ha detto: “Vi raccomandiamo di smetterla di chiamare questa un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale“.
Il Direttore Generale ha detto di aver accettato il parere del comitato di emergenza, ma ha detto di voler approfondire la situazione, perché esiste tuttora una una serie di focolai molto preoccupanti non ancora spariti del tutto. Quello che succede è che il Covid non è più considerato qualcosa di interesse internazionale. È come molte altre minacce per la salute che abbiamo già, da tempo. È comunque qualcosa che deve essere tenuto sotto attenta osservazione. E l’OMS invita tutti i governi a non comportarsi come se fosse scomparso, ma a dargli ancora il giusto livello di attenzione, tenendo il problema sotto sorveglianza, assicurandosi che le persone siano vaccinate e tenendo gli occhi molto, molto aperti su qualunque altra cosa possa insorgere”.

Quindi, possiamo dire che questa è un’ottima notizia e un notevole passo in avanti. E questo cosa cambia? Cosa cambia per i Paesi e per i cittadini, per la gente comune?

David Nabarro, OMS:
In realtà, naturalmente, penso che questa sia una buona notizia. Davvero, sì. Dobbiamo solo ricordare quanto sia stato incredibile il Covid. Sappiamo che quasi sette milioni di persone sono morte a causa di ciò. Ma Il dottor Tedros ha detto che la stima è di circa 20 milioni di morti. Ci sono ancora persone in ospedale con Covid grave. Ci sono ancora persone che si ammalano e muoiono, ma molto, molto meno. E questo significa che le persone dovrebbero essere in grado di andare avanti con le loro vite con un problema in meno di cui preoccuparsi. Allo stesso tempo, vogliamo assicurarci che i governi non dimentichino di aver messo in atto tutti i preparativi, in ​​modo che se il Covid dovesse tornare oppure dovesse comparire un altro agente patogeno, come lo chiamiamo noi, a causare gli stessi problemi causati dal Covid, non saremo più nelle difficoltà sanitarie che abbiamo avuto nel 2020. Così potremo ridurre la sofferenza, ridurre i danni alla società, ridurre le difficoltà economiche e fare meglio. E questa è la direzione presa e promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sì, è vero: il Covid non è più un’emergenza di sanità pubblica, ma cerchiamo di aver imparato qualcosa, tutti, e assicuriamoci di non rimanere di nuovo sorpresi.

Quali piani sono in atto per affrontare le eventuali future pandemie?

David Nabarro, OMS:
All’Organizzazione Mondiale della Sanità, a cui appartengono 194 governi nazionali di tutto il mondo, nel 2023 si terrà l’Assemblea Mondiale della Sanità, che si terrà questo mese a Ginevra, in Svizzera. E durante quell’Assemblea, i ministri della Salute si incontreranno, tutti insieme: la cosa più importante che faranno è avanzare i piani per un trattato che assicurerà il mondo ad essere meglio preparato ad affrontare i nuovi agenti patogeni, in modo da non dover ripetere l’esperienza del Covid. E auguro davvero il meglio a questi ministri della Salute! Devono essere in grado di superare alcuni dei sospetti e delle tensioni che esistono tra i Paesi nel mondo di oggi, perché la salute dovrebbe davvero venire prima delle differenze politiche e questa è la parte che i ministri cercheranno di elaborare: ottenere un accordo globale sulla preparazione alla pandemia, superando, al tempo stesso, l’attrito che esiste nelle relazioni tra i vari Paesi. Lavoriamo insieme per affrontare le minacce alla ,per il futuro di tutti.

Fonte: EURONEWS

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