Cronache e deliri da coronavirus: Parte prima

5 marzo 2020, sembra un bollettino di guerra senza nessuna guerra.

Le informazioni si susseguono ed è difficile comprendere quando le voci sono discordanti. Fin dall’inizio dell’emergenza, il Coronavirus è stato trattato da molte testate giornalistiche e tv come un “Al Lupo al lupo!” e mentre si parlava in tv dalla mattina fino al mattino successivo, allo stesso tempo si raccomandava alle persone di non farsi prendere dall’ansia e di non fare inutile allarmismo. La seconda fase ha visto alcuni giornali fare un Mea Culpa e cospargersi il capo di cenere, postando cosa avrebbero e cosa non avrebbero fatto in merito al Coronavirus: Giuro solennemente che non scriverò più un articolo solo per un sospetto contagio, darò notizie di morti specificando sempre se c’erano altre patologie, darò priorità a notizie che infondano speranza, amore e carità e tranquillizzino le persone.

Oltre al coronavirus sui social sono in atto discussioni e corsi su come fare giornalismo, giornalisti che criticano altri giornalisti, senza far caso ai propri errori, omissioni, esagerazioni. Anche su questo terreno ci sarà molto da imparare nei prossimi mesi.

I social poi, sono il posto giusto dove dare il meglio o il peggio di noi stessi; la diatriba è fra quelli che pensano che il nuovo Virus sia una cosa seria, per cui lavatevi le mani, voi, ridicoli che minimizzate. Dall’altro canto chi tenta di fare paragoni con altre emergenze (tipo la terra dei fuochi, ma lo ha detto anche il Governatore De Luca che la Terra dei fuochi non esiste, quindi zitti) perde in partenza, perché quando c’è un tema caldo, quello tiene banco e c’è poco da fare.

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Episodi da Coronavirus: il premio Oscar all’insegnante

In Campania due studentesse del liceo vengono isolate perché non portano il certificato medico ma solo autocertificazione (La segreteria stessa aveva chiesto in alternativa autocertificazione dei genitori che le studentesse non avessero avuto febbre e raffreddore). Le due ragazzine, fra cui una che aveva il compito in classe guadano la tv chiuse nella stanza; la studentessa che aveva il compito piange e si dispera, mentre la sua compagna di sventure tenta di consolarla. L’insegnante aveva lanciato lo zaino alla ragazzina, immaginate la scena! Sembra quella di un film da Oscar! Nei giorni precedenti un ragazzino a scuola tossisce e i genitori vengono invitati a tenerlo a casa.

Come leggere i dati del Ministero della Salute

Sul sito del Ministero della salute si trovano i dati aggiornati del contagio: 5 marzo 2020 

5 MARZO                                                        6 MARZO                                                    

  • 3296 POSITIVI                                –  3916    POSITIVI                               
  • 148 DECEDUTI                             –    197     DECEDUTI                                         
  • 414 GUARITI                                 –     523    GUARITI

Analizziamo Cosa succede fra un giorno e l’altro?

fra il 5 e il 6 marzo, 620 nuovi casi, 49 deceduti, 109 guariti

I dati (in questo caso del 5 marzo) vanno letti e interpretati; 1165 positivi al Coronavirus si trovano in isolamento domiciliare, non presentano sintomi gravi per il ricovero in ospedale, 1790 sono ricoverati, 351 sono in terapia intensiva. Leggendo questi dati emergono diversi elementi, in primo luogo, gli esperti hanno ragione, bisogna ridurre al minimo il contagio, per far sì che gli ospedali funzionino meglio e non ci sia un carico di lavoro con la conseguente diminuzione dei posti letto. Chi risulta positivo non sempre presenta sintomi o almeno non sempre gravi, per cui può curarsi in casa proclamando la propria autoquarantena, nel rispetto anche degli altri. Il numero dei deceduti, dice il Ministero stesso è sempre in fase di aggiornamento, perché non sono certe le cause dei decessi. Altra cosa verissima è che l’ansia uccide più di qualsiasi virus e la paura non fa vivere bene, per cui non vivere e morire sono la stessa cosa. In tutto questo caos gli economisti parlano di una recessione, in effetti il nostro paese è quello più esposto al virus, e forse non a caso quello che ha più da perdere in termini di turismo, di made in Italy, arte, artigianato e per tutte quelle cose uniche che ci sono e per quelle che sappiamo fare solo noi; quasi come se fosse stato fatto apposta o studiato a tavolino questo Virus. Fra l’altro le raccomandazioni sono consigli dice la tv, solo che certi napoletani amano baciarsi e abbracciarsi ancora, fare battute per sdrammatizzare, in fondo ne hanno superate tante di emergenze fra guerre, carestie, fuochi, roghi, tragedie, rifiuti, peste, colera, miseria, stupidi terroni!

 

 

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