Durante la quarantena la maggior parte degli italiani ha riscoperto il fai da te, un po’ per occupare il tempo allungatosi improvvisamente, un po’ perché la manualità, alcuni gesti semplici ci mancavano da molto tempo.
Ecco, che dal nulla sono nati cuochi, imbianchini e grandi imprese di pulizie, che hanno sistemato, rassettato e pulito casa. C’erano alcune cose che aspettavano da tempo, ed ecco che è arrivato il tempo anche per quelle. Nello spirito degli italiani, però c’è sempre stato qualcosa di verde, una voglia di indipendenza, di creare da soli, e di coltivare, infatti, la tendenza degli orti personali e di quelli in casa non è affatto nuova.
Si chiama Urban gardening, la coltivazione di ortaggi e aromi su balconi e terrazzi. In realtà, se si vuole ricorrere al fai da te si possono coltivare aromi, basilico e qualche frutto, ma come dicevamo esistono delle vere e proprie tecniche di irrigazione controllata, orti pensili, studiati per produrre tutto ciò che ci occorre. I vivai consegnano anche a domicilio piantine, terriccio e tutto ciò che è necessario alla coltivazione. Coltivare piantine fuori al proprio balcone oltre ad un piacevole diversivo, aiuta l’umore ed è dimostrato che anche il profumo dei fiori favorisce il relax. Non dimentichiamo mai che anche il sole, oltre ad essere fonte di vitamina D, migliora l’umore, è il miglior antidepressivo esistente. In commercio ci sono piccole serre, sistemi di irrigazione innovativi, insomma tutto quello che è necessario per costruire un piccolo polmone verde anche in città, e la Pandemia Covid-19 ci ha insegnato, fra l’altro, quanto sia importante salvaguardare l’ambiente, riducendo l’inquinamento e lo smog.

Il verde rilassa, rilascia aria contrastando lo smog delle città; i boschi verticali sono un’altra felice invenzione, nati appunto per la necessità di ricreare il verde là dove si era cementato senza tregua. I prati naturali crescono sui palazzi, vi sono alcune costruzione che sono realizzate proprio rispettando questi standard. Si tratta di una disciplina che unisce l’agronomia all’architettura con l’obiettivo di unire mondo vegetale e i luoghi urbani dove lavoriamo e viviamo. Per alcuni si chiama anche verde tecnologico.

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