Abbiamo parlato di economia circolare, di quella sostenibile e verde, ma anche di economia blu. Tali economie anche se differenti hanno dei punti in comune; si tratta di modi diversi di produrre e creare ricchezza e lavoro allo stesso tempo, senza sfruttare indiscriminatamente risorse e senza distruggere il nostro territorio.
L’economia blu ha una marcia in più rispetto alla Green economy, la quale mira a ridurre le emissioni, mentre la Blue Economy tende ad azzerarle completamente, creando un ciclo perfetto, come già avviene in natura.
Scarti derivanti dalla produzione di birre per nutrire i pesci
Negli Stati Uniti, esattamente a est di New York si sperimenta una pratica chiamata agricoltura a ciclo chiuso. I pesci d’allevamento della società TimberFish Technologies si nutrono degli scarti di produzione della Five & 20 Spirits and Brewing, la birra.
Wikipedia definisce per acquaponica una tipologia di agricoltura mista ad allevamento sostenibile basata su una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica, al fine di ottenere un ambiente simbiotico. In un sistema acquaponico l’acqua delle vasche per acquacoltura viene pompata in quelle idroponiche, in modo tale che le piante che vi si trovano possano filtrarla sottraendo diverse sostanze di scarto dei pesci, traendone contemporaneamente nutrimento. L’acqua così filtrata potrà quindi essere reimmessa nelle vasche per acquacoltura e riprendere il suo ciclo.
L’ acquacoltura è una pratica che si mescola con altri sistemi e da questi ultimi trae vantaggio; infatti, l’acquaponica è una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica, che ha il fine di ottenere un ambiente simbiotico. In un sistema acquaponico si sfrutta la capacità delle radici di filtrare l’acqua, eliminando le sostanze di scarto dei pesci. Si tratta di un tecnica che depura e le piante si arricchiscono di importanti nutrienti.
Cosa sperimentano negli Stati Uniti?
Si tratta di un esperimento unico nel suo genere, perché sfrutta la quantità di acque reflue e scarti di cereali che un birrificio produce; infatti, i residui delle lavorazioni sono utilizzati per alimentare una vasca piena di microbi che scompongono i rifiuti. Il sistema nutre organismi come larve e vermi, che saranno l’alimento per i pesci d’allevamento.
Mario Mazza, direttore generale della Five & 20, afferma: “Un grande birrificio può sostenere costi annuali a sei cifre nella gestione di volumi di rifiuti di questa portata. Grazie alla partnership con TimberFish possiamo utilizzare un sottoprodotto, di cui pagavamo lo smaltimento, per produrre qualcosa di valore“
Anche gli allevamenti di pesci hanno sfruttato al massimo le risorse, che la natura metteva a disposizione, fortunatamente esperimenti che cercano di realizzare il più possibile un’economia vantaggiosa anche per l’ambiente sono diverse. In California, per esempio, McFarland Springs Trout Farm, alleva trote arcobaleno con alghe, rifiuti di noccioli scartati e semi di lino, tutti prodotti di scarto delle aziende agricole locali. C’è addirittura chi sta cercando di convogliare le emissioni inquinanti in spazi dove l’azione di alcune colture microbiche sarebbero in grado di produrre mangimi per pesci.
Perché un progetto produca i suoi risultati è necessario tempo, e la sostenibilità deve tener conto di numerosi fattori, come gli effetti sulla salute, per cui la linea di demarcazione fra ciò che è sostenibile e ciò che appare sostenibile è molto sottile.
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